Abramo P&L licenzia, Ranieri (SLC CGIL): “Scelta scellerata”

Saverio Ranieri

«La decisione dell’Abramo Printing & Logistics  di voler procedere unilateralmente alla revoca dell’accordo di solidarietà in essere, con contestuale avvio della procedura di licenziamento collettivo, in quello che viene definito, nella nota della società, come un quadro economico divenuto ormai ingestibile, ci restituisce ancora una volta l’immagine di un’azienda allo sbando e priva di un qualsivoglia progetto industriale». Lo afferma Saverio Ranieri, segretario della Slc Cgil Catanzaro.  «Lo scorso 10 maggio  – rende noto Ranieri  – è stata chiusa la precedente procedura di licenziamento che ha visto aderire oltre 50 persone alla procedura di esodo volontario, riducendo considerevolmente l’esubero dichiarato. A questo punto un’ azienda seria e responsabile avrebbe dovuto avviare da subito un confronto col sindacato per approfittare di questi 5 mesi rimanenti di solidarietà per individuare soluzioni non traumatiche, ma così non è stato. A oggi questa azienda conta in forza circa 140 addetti (200 circa erano ad inizio Cds nel 2016) ed in questi anni ha utilizzato una solidarietà media di circa il 20%. Questo rende chiaro due aspetti poco edificanti per questa società. Un primo aspetto dimostra come l’azienda in questi due anni e 4 mesi non abbia saputo utilizzare gli ammortizzatori sociali, denotando una manifesta incapacità organizzativa e gestionale. Una seconda chiara evidenza è che il numero di esuberi dichiarato dall’azienda non è frutto di un progetto di rilancio industriale, ma esclusivamente legato a logiche economiche e finanziarie, dimostrando una incapacità manageriale che forse è la vera causa della crisi dell’Abramo P&L». «L’azienda Abramo Printing & Logistics, – conclude il segretario Ranieri – se vuole avere un qualsivoglia dialogo costruttivo, riveda le sue decisioni e convochi senza indugio un tavolo di concertazione per trovare soluzioni alternative. Qualora l’azienda proseguisse su questa azione scellerata annunciamo fin da ora interruzioni delle relazioni sindacali, la proclamazione dello stato di agitazione, pronti a valutare assieme ai lavoratori ogni forma di protesta finalizzata a scongiurare quanto dichiarato dalla società».