Catanzaro resiste alla nuova ondata inflazionistica: un esempio di stabilità economica in una Calabria colpita dal carovita e dalle disuguaglianze, con un tasso d’inflazione inferiore alla media nazionale e regionale
Nel pieno della crisi inflazionistica che sta colpendo l’Italia, con il costo della vita in continua ascesa, Catanzaro emerge come un esempio di resilienza economica. Secondo un recente report dell’Unione Nazionale Consumatori, basato sulle stime ISTAT sull’inflazione di febbraio, il capoluogo calabrese registra un tasso di inflazione del +1,3%, inferiore alla media nazionale (+1,6%) e regionale (+2,0%).
Un dato significativo, soprattutto se confrontato con le altre province della Calabria: a Cosenza l’inflazione si attesta al +2,2%, comportando una spesa aggiuntiva media di 390 euro annui per una famiglia tipo, mentre a Reggio Calabria il tasso è del +2,1%, con un aggravio di circa 372 euro. A Catanzaro, invece, l’aumento si ferma a 230 euro, rendendola una delle città meno care d’Italia, preceduta solo da Lodi e Caserta.
Un’economia più stabile, ma le difficoltà restano
Questo risultato suggerisce un tessuto economico meno esposto a impennate di prezzo e speculazioni rispetto ad altre aree, ma non significa che la città sia immune alle difficoltà. Le famiglie, infatti, adottano una maggiore prudenza nei consumi, mentre il costo della vita continua a pesare sui bilanci domestici.
Anche il settore alimentare rispecchia questa tendenza. L’aumento annuo dei prezzi per cibo e bevande analcoliche a Catanzaro è del +1,9%, contro il +3,1% della media calabrese e il +2,1% di quella nazionale. A Cosenza il rincaro raggiunge il +3,7%, mentre a Reggio Calabria si attesta al +3,5%.
Turismo e servizi: Catanzaro si distingue
Un altro elemento che contribuisce a questa tenuta economica è il contenimento dei prezzi nel settore dell’ospitalità. Mentre in Calabria il costo del pernottamento è aumentato in media del +7,4%, con picchi del +15,5% a Reggio Calabria, a Catanzaro l’incremento si ferma al +2%, rendendola una destinazione più accessibile.
Anche il settore dei servizi sociali mostra una dinamica più equilibrata. L’aumento medio regionale è del +5,6%, contro un +2,9% a livello nazionale, ma a Catanzaro il rincaro è contenuto all’1,3%, garantendo una maggiore sostenibilità per le famiglie.
Infine, per quanto riguarda le spese abitative – comprendenti acqua, elettricità, gas e altri combustibili – il capoluogo registra un incremento del +2,8%, inferiore rispetto al +3,3% di Cosenza e al +3,5% di Reggio Calabria, ma comunque superiore alla media nazionale.
Un futuro incerto, ma Catanzaro tiene testa alla crisi
Pur mantenendo una posizione di relativa stabilità rispetto ad altre città calabresi, Catanzaro non è esente dalle difficoltà economiche. L’inflazione resta un problema concreto, e la prudenza dei consumatori riflette un’incertezza diffusa. Grazie a una crescita dei prezzi più contenuta, il capoluogo calabrese dimostra di poter affrontare la crisi in modo più sostenibile, confermandosi un punto di riferimento regionale nella gestione del carovita.
LEGGI ANCHE: Inflazione a gennaio: cresce all’1,5%, stabile il carrello della spesa