Uno sciopero Generale verso una manovra finanziaria ritenuta iniqua
COSENZA, 15 dicembre 2021 – Uno sciopero che ci vede uniti per la giustizia sociale, perché riteniamo l’incremento previsto del fondo sanitario nazionale non sufficiente, servono maggiori investimenti per potenziare il sistema stesso, per sostenere e strutturare l’assistenza sanitaria territoriale, per ridurre le liste d’attesa. La rimodulazione dell’Irpef proposta dal governo non risponde ai bisogni dei lavoratori e delle lavoratrici dei pensionati e delle pensionate, che oltre l’85% hanno un reddito che non supera i 35000 euro di reddito.
Nessuna risposta significativa sui temi previdenziali, all’abolizione della quota 100, non si ragiona su un impianto che potrebbe sostituire la legge Fornero, rendendo più equo e solidale il sistema pensionistico.
Garantire il pensionamento a partire dai 62 anni di età, o con 41 anni di contributi a prescindere dall’età, riconoscere la diversa gravosità ed usura dei lavori, valorizzare previdenzialmente il lavoro di cura e delle donne, garanzia ai disoccupati di lunga durata l’accesso a una prestazione pensionistica.
Assenza di programmazione per le regioni del sud, nessuna voglia di perseguire gli evasori fiscali, nulla per produrre lavoro vero debellando definitivamente le forme di precariato.
Queste ed altre le motivazioni che hanno spinto la partecipazione di centinaia di lavoratori e lavoratrici allo sciopero di domani. Oltre alla presenza sui pullman per recarsi a Bari, una delle città scelte come luogo delle manifestazioni, tante le adesioni allo sciopero mandate alle aziende e per conoscenza alle organizzazioni sindacali.
Nel comprensorio di Cosenza significative le partecipazioni nei c.d. Arsac di Molarotta e di San Marco Argentano, con percentuali di adesione ad oggi pari al 52%, fino a toccare punte di Adesione vicine al 90% nei cantieri di Calabria verde di Longobucco.
Ancora i Cantieri di Calabria Verde di San Giovanni in Fiore, San Demetrio Corone, Acri, Casali del Manco, dove i lavoratori/trici hanno comunicato l’adesione allo sciopero pur essendo posti in cassa integrazione, segno questo di condivisione convinta della piattaforma rivendicativa, ma anche di forte attaccamento alle lotte sindacali.
Ancora i lavoratori/trici della sorveglianza idraulica, dell’utb, dei consorzi di Bonifica.
Nella speranza che il governo ascolti le piazze dei più deboli, altrimenti l’azione sindacale non si fermerà, fino a quando non si capirà che le rivendicazioni non sono capricci e dispetti, ma sono istanze del paese vero, paese che la politica tutta, probabilmente non è più abituata ad ascoltare.