Povertà ed esclusione sociale, la Calabria guida la triste classifica: il 48,8% della popolazione a rischio, allarme tra pensionati e autonomi
In un’Italia che si prepara a celebrare il Primo Maggio, la festa del lavoro assume toni amari per milioni di cittadini, soprattutto nel Mezzogiorno. Secondo l’analisi della CGIA di Mestre, la Calabria si posiziona al primo posto tra le regioni italiane per rischio di povertà o esclusione sociale, con una percentuale drammatica del 48,8% della popolazione coinvolta.
Un quadro preoccupante per il Sud
L’indicatore elaborato dalla CGIA si basa su tre condizioni: vivere in famiglie con reddito sotto la soglia di povertà, essere in grave deprivazione materiale e sociale, oppure in nuclei a bassa intensità lavorativa. Complessivamente, in Italia, sono 13,5 milioni le persone a rischio (il 23,1% della popolazione), di cui oltre la metà — circa 7,7 milioni — risiedono nel Sud. Dopo la Calabria, le regioni più colpite sono Campania (43,5%), Sicilia (40,9%) e Puglia (37,7%).
Pensionati e autonomi tra i più vulnerabili
A pagare il prezzo più alto sono i pensionati: secondo i dati Istat, il 33,1% di loro è a rischio povertà. Seguono i lavoratori autonomi, categoria da anni in sofferenza. Il loro reddito medio, negli ultimi due decenni, è crollato del 30%, contro un calo dell’8% registrato tra i lavoratori dipendenti. I dati parlano chiaro: tra le famiglie guidate da un autonomo, il rischio povertà è al 22,7%, mentre per quelle con un dipendente si ferma al 14,8%.
Molti degli autonomi più fragili sono giovani, donne e over 50, spesso residenti nel Sud, che operano con piccoli incarichi o consulenze, senza dipendenti, senza rete d’impresa e, soprattutto, senza alcuna forma di protezione sociale.
I limiti del sistema e le sfide future
Questa fascia di lavoratori è anche la meno esposta ai mercati internazionali: ciò significa che, in teoria, non dovrebbero risentire direttamente dell’introduzione di dazi o delle tensioni commerciali globali. Tuttavia, un’eventuale contrazione dell’economia e un’impennata dell’inflazione rischiano di colpirli duramente, riducendo ulteriormente il loro già fragile potere d’acquisto.
La CGIA sottolinea la necessità di interventi strutturali: rilanciare la domanda interna, attuare in modo efficace il PNRR e alleggerire la pressione fiscale su famiglie e imprese sono passaggi fondamentali per invertire la rotta.
Primo maggio, una festa a metà
Alla vigilia della giornata dedicata al lavoro, i dati restituiscono l’immagine di un’Italia spaccata, dove il lavoro non sempre è sinonimo di dignità e sicurezza. E dove il Sud, con la Calabria in testa, continua a lottare contro un nemico invisibile ma persistente: la povertà.
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