Un gesto simbolico ma potente: l’appello per intitolare sale della Cittadella alle vittime della mafia
CATANZARO, 30 MAR 2025 – Un’idea nata sui social sta raccogliendo consensi e potrebbe trasformarsi in un’iniziativa concreta. Vincenzo Febbe, attraverso un post, ha lanciato una proposta che ha colpito molti utenti: intitolare due delle quattro sale riunioni della Cittadella regionale di Catanzaro a due donne calabresi vittime della ‘Ndrangheta, Lea Garofalo e Maria Chindamo.
Attualmente, le sale della Cittadella portano nomi generici e anonimi: sala Blu, sala Azzurra, sala Oro e sala Verde. Febbe ha suggerito che almeno due di queste vengano dedicate a donne simbolo del coraggio e della lotta alla criminalità organizzata. Una proposta che ha suscitato immediata approvazione da parte di molti utenti, tra cui Annamaria, che ha commentato: “Sala Garofalo Chindamo, donne entrambe coraggiose e vittime”.
Anche altri utenti hanno espresso il loro sostegno. Marco scrive: “Un gesto necessario per non dimenticare chi ha lottato contro la violenza e l’omertà”. Elena aggiunge: “Un segnale forte dalla Calabria, la memoria è fondamentale per costruire un futuro migliore”. Giovanni invece sottolinea: “Spero che questa proposta venga accolta, perché il coraggio di queste donne merita di essere ricordato ogni giorno”.
Chi erano Lea Garofalo e Maria Chindamo
Lea Garofalo, testimone di giustizia, fu uccisa nel 2009 per aver collaborato con la magistratura e denunciato le attività della ‘Ndrangheta. La sua storia è diventata un simbolo di resistenza contro la criminalità organizzata. Maria Chindamo, imprenditrice, è scomparsa nel 2016 in circostanze mai del tutto chiarite, ma con un sospetto fondato di coinvolgimento della ‘Ndrangheta a causa della sua indipendenza e della sua volontà di proseguire nella gestione delle proprie attività agricole dopo la tragica morte del marito. LEGGI ANCHE: La morte di Lea Garofalo: una storia di coraggio e ribellione alla ‘ndrangheta
Una scelta di valore simbolico
Intitolare spazi pubblici a queste due donne non sarebbe solo un gesto simbolico, ma un atto di memoria collettiva e un monito per le nuove generazioni. La Cittadella regionale, cuore amministrativo della Calabria, potrebbe così diventare un luogo di testimonianza contro la violenza mafiosa e un tributo a chi ha avuto il coraggio di sfidarla.
L’idea, partita dai social, potrebbe presto arrivare sulle scrivanie delle istituzioni. Resta da vedere se le autorità regionali raccoglieranno questo appello e daranno il giusto riconoscimento a due donne che hanno pagato con la vita il prezzo del loro coraggio. L’iniziativa ha entusiasmato anche la nostra redazione di Calabria Magnifica, che ha deciso di sposarla e portarla avanti con determinazione.