L’inflazione corre al 3,6%. Ma per Trump è “tutta colpa di Biden”

Mago Trump, la magia economica sfuma, PIL negativo e inflazione alle stelle - Magician Trump: the economic magic fades, negative GDP and soaring inflation
Mago Trump, la magia economica sfuma, PIL negativo e inflazione alle stelle - Magician Trump: the economic magic fades, negative GDP and soaring inflation

USA, la frenata dell’ex tycoon: economia in recessione, PIL -0,3% nel primo trimestre 2025

WASHINGTON, 2 MAG 2025 – Bastano tre mesi per cambiare la rotta dell’economia? A quanto pare sì. Negli Stati Uniti, il primo trimestre del 2025 si è chiuso con un segno meno: il Prodotto Interno Lordo si è contratto dello 0,3% su base annualizzata, mentre l’inflazione è tornata a correre, segnando un +3,6%. Un brusco risveglio per l’America targata Donald Trump, che aveva promesso una “nuova era di prosperità”.

Ma per l’ex presidente, rieletto alla Casa Bianca lo scorso novembre, non ci sono dubbi su chi puntare il dito: “È tutta colpa di Biden”, ha dichiarato in una conferenza stampa, evocando “i disastri ereditati dall’amministrazione democratica”. Il copione non è nuovo: suona come un’eco di ciò che accade anche in Italia, dove Giorgia Meloni da mesi scarica la responsabilità dei problemi economici sul suo antagonista Giuseppe Conte.

Non è solo un gioco di numeri: la frenata dell’era Trump è reale

Dietro la contrazione del PIL non si nasconde un artificio contabile o una questione tecnica legata alle formule statistiche. È una vera frenata dell’economia reale. Alcuni analisti hanno inizialmente ipotizzato che il calo fosse dovuto all’impennata delle importazioni: molte aziende americane hanno infatti anticipato gli acquisti dall’estero per evitare i nuovi dazi che entreranno in vigore ad aprile.

In effetti, nella formula del PIL le importazioni vengono sottratte dalla produzione interna: più si importa, più il PIL si riduce. Tuttavia, sottolineano gli economisti, questo effetto da solo non basta a spiegare la flessione. “Non esiste una relazione diretta per cui più importo, meno produco”, osservano alcuni esperti. La realtà è più complessa – e più preoccupante: la produzione interna americana ha effettivamente rallentato.

Le cause: l’incertezza di Trump e la fine del ciclo espansivo.

Due le ragioni principali. Da un lato, si è esaurita l’onda lunga della crescita post-pandemia, che aveva sostenuto l’economia fino alla fine del 2024. Dall’altro, l’incertezza generata dalle prime mosse dell’amministrazione Trump – dalle minacce di nuove guerre commerciali alla revisione dei trattati internazionali – ha raffreddato investimenti e produzione.

Il segnale è chiaro: l’America di Trump parte in salita. E nel frattempo, l’Europa sorpassa. Per la prima volta da anni, infatti, l’Eurozona ha registrato una crescita trimestrale (+0,4%) superiore a quella americana. Un risultato storico che non è passato inosservato: “Abbiamo superato gli Stati Uniti”, esultano da Bruxelles.

Una frenata che pesa anche simbolicamente

Va chiarito: la contrazione dello 0,3% annualizzato equivale a una riduzione di appena lo 0,07% rispetto al trimestre precedente. Piccola? Forse. Ma significativa, soprattutto se paragonata al +0,7% registrato nell’ultimo trimestre del 2024. Un’inversione di rotta netta.

E se è vero che l’economia americana resta robusta nel lungo periodo, questo primo passo falso suona come un campanello d’allarme per la Casa Bianca. Trump, che aveva fatto della crescita economica uno dei pilastri della sua campagna elettorale, si ritrova ora a dover gestire una frenata reale, non solo statistica.

La retorica dello “scaricare la colpa” funziona per un po’. Ma presto, i numeri parleranno da soli. E a giudicare da questi primi dati, l’America del “Make America Great Again” sembra aver cominciato… col piede sbagliato.

ARTICOLO DISPONBILE ANCHE IN LINGUA INGLESE SU DAILY CALABRIA: Inflation jumps to 3.6%. But for Trump, “it’s all Biden’s fault.”

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