Fotomontaggio di Trump vestito da Papa pubblicato dalla Casa Bianca: bufera internazionale
A pochi giorni dall’inizio del Conclave che designerà il successore di Papa Francesco, una foto ha fatto il giro del mondo, scatenando polemiche e indignazione: un fotomontaggio di Donald Trump vestito da Papa, pubblicato ufficialmente sugli account social della Casa Bianca e rilanciato dal presidente stesso sul suo profilo Truth Social.
Nell’immagine Trump indossa la mitra, l’abito talare, il crocifisso al collo, e alza la mano in gesto benedicente. Un’immagine che, se per alcuni sostenitori può apparire ironica, per molti è sembrata offensiva, blasfema e irrispettosa.
Non è la prima volta che Trump si cimenta in provocazioni di questo tipo. Recentemente aveva scherzato sul fatto che, potendo scegliere, “si eleggerebbe Papa da solo”, frase che già allora aveva suscitato stupore e critiche. Ma questa volta non si tratta di una battuta estemporanea, bensì di un’immagine ufficialmente condivisa dagli account istituzionali della Casa Bianca, proprio a ridosso della morte di Papa Francesco.
Una valanga di critiche sui social
La reazione pubblica è stata immediata e feroce. Sui social, in particolare sull’account Twitter della Casa Bianca, in molti hanno definito il gesto un segno di arroganza sconfinata e di immaturità politica, espressione di un presidente che si percepisce al di sopra di ogni regola e di ogni limite. Non sono mancati giudizi durissimi: diversi commentatori hanno parlato di un comportamento irrispettoso verso la Chiesa e i fedeli cattolici, inopportuno soprattutto considerando che la foto è stata diffusa pochi giorni dopo la scomparsa del Pontefice.
Altri hanno interpretato la pubblicazione come un insulto mascherato da provocazione, un modo per ridicolizzare la fede cristiana mentre si corteggia apertamente l’elettorato evangelico e israeliano. Non sono mancate voci che hanno definito l’immagine “la cosa più disgustosa e irrispettosa mai pubblicata dal presidente”, parlando addirittura di una deriva anticristiana e anticlericale mascherata da satira politica.
Un gesto che ferisce nel momento del lutto
La Chiesa cattolica sta vivendo giorni di raccoglimento e transizione. La morte di Papa Francesco, avvenuta il 21 aprile scorso, giorno del Lunedì dell’Angelo, ha lasciato un vuoto profondo. L’annuncio ufficiale, dato alle 9:47 dal cardinale camerlengo Kevin Joseph Farrell, ha aperto la fase delle Congregazioni generali in preparazione al Conclave del 7 maggio, che porterà all’elezione del 267esimo Papa della storia.
In questo contesto di lutto, riflessione e attesa, la pubblicazione dell’immagine di Trump vestito da Papa è apparsa come una provocazione gratuita e inaccettabile. Non solo verso la Chiesa di Roma, ma verso milioni di fedeli in tutto il mondo che, in queste ore, stanno pregando e riflettendo sul futuro della cristianità.
C’è chi legge questo gesto come l’ennesima prova di narcisismo politico, di un presidente incapace di accettare di non essere sempre al centro della scena. Altri parlano di una strategia comunicativa mirata a polarizzare l’opinione pubblica, galvanizzando il proprio elettorato con simboli forti, pur a costo di offendere sensibilità religiose.
Uno sguardo dalla Calabria: il sacro non è un meme
Da questa nostra Calabria, terra di devozione, di tradizioni secolari, di processioni e di riti antichi, non possiamo che guardare con preoccupazione e amarezza a quanto accaduto. Qui, dove la fede è ancora un collante delle comunità e un valore condiviso, il gesto appare non solo irrispettoso, ma profondamente estraneo alla cultura del rispetto per il sacro.
La domanda che si solleva, spontanea e amara, è se nel mondo contemporaneo ci sia ancora spazio per il rispetto delle cose sacre, o se tutto debba inevitabilmente ridursi a spettacolo, provocazione, meme da social network.
Mentre i cardinali si riuniscono in Vaticano e i fedeli si stringono in preghiera per il futuro della Chiesa, resta una certezza: la fede non è un costume da indossare per vanità o propaganda. E il rispetto per chi crede non dovrebbe mai diventare merce di scambio politico.
Forse, proprio da una terra come la nostra, piccola ma ancora capace di riconoscere il valore del sacro, può arrivare un monito al mondo: ci sono simboli che non si possono profanare senza perdere qualcosa di essenziale.
ARTICOLO DISPONIBILE ANCHE IN LINGUA INGLESE SU DAILY CALABRIA: Trump dressed as Pope, provocation or blasphemy?