Boccaccio il pescatore e la storia della cucina marinara

Boccaccio il pescatore
Boccaccio il pescatore

Cannitello è una chicca di paesino marinaro che si trova tra il Comune di Scilla e quello di Villa san Giovanni. Non si può non decantare la bellezza di questo piccolo borgo che si affaccia direttamente sullo Stretto di Messina così come non si può non decantare la sua storia imprenditoriale.

Il secolo scorso Cannitello era conosciuto per la produzione delle sete e per la pesca del pregiatissimo pesce spada effettuata, allora come adesso, con le tipiche e uniche al mondo, feluche. Con il tempo la produzione delle sete si avviò verso il tramonto ma, così non fu per la pesca con l’arpione.

Nel maggio del 1973 un paio di fratelli, allora ragazzotti, decise di far conoscere la cucina marinara di Donna Mica, la loro madre, al grande pubblico che, sia d’estate che d’inverno, popolava il piccolo paesello in riva allo Stretto.  Fu così che i fratelli unirono le loro forse e in men che non ti dica misero su un ristorante marinaro, con donna Mica che cucinava ed i ragazzi che servivano ai tavoli. Sti giovani impavidi per mezzo secolo, hanno impiattato la lunga storia del borgo marinaro di Cannitello.

Da sempre la storia dei popoli passa attraverso la cucina ed il cibo. Cannitello allora viveva del pesce pescato nelle sue limpide acque e dei prodotti agricoli coltivati nella collinetta sempreverde che sovrasta la chicca marinara.

Il capostipite della famiglia, Ciccio Boccaccio ed i suoi ragazzotti rientravano dalla pesca con la barca piena di pesci e Donna Mica li trasferiva direttamente in padella con la sua maestria di donna del popolo e madre di famiglia. Ecco come la storia culinaria del piccolo borgo sopravvisse alle angustie del tempo.

Gli spaghetti alla Boccaccio, le polpette di pesce alla Boccaccio, la battuta di gambero, il tonno con la cipolla meringata, gli involtini di pesce spada, la parmigiana alla Boccaccio, le alici con caponatina, l’impepata di cozze, i filetti di tonno sott’olio, l’insalata di polpo e calamaro, l’insalata di seppia, i calamari ripieni, la frittura di paranza, gli involtini di spatola, il pesce spada col sarmurigghiù e molto molto altro.

Adesso dopo cinquant’anni di attività, gli allora ragazzotti hanno passato lo scettro ai giovani Boccaccini i quali, spostando la location di un centinaio di metri, non solo portano avanti la cucina di Donna Mica e quindi la storia del paesello ma, con uno sguardo proiettato ai giovani, hanno inserito nei loro menu una pagina dedicata al suschi e una dedicata alla carne. E sempre con occhio rivolto al presente, sti ragazzi hanno arricchito inoltre il loro menu di piatti a base di pesce nuovi e raffinati.  I giovani Boccaccini hanno conciliato il vecchio ed il nuovo, non tralasciando assolutamente di mantenere viva la storia dell’antico borgo marinaro di Cannitello.