Il pallone di fichi di San Fili, un souvenir originale e ghiotto

Se si dovesse rappresentare l’estate calabrese in una foto probabilmente sarebbe un cesto di fichi appena raccolti e adagiati sopra le foglie fresche del loro albero.

La pianta è largamente diffusa nel territorio regalando qualità diverse, ma tutte gustose e irresistibili al palato. I fichi si trovano anche adagiati sui cannizzhi affinché si asciughino e si possano conservare durante la stagione in cui l’albero non da più i suoi frutti.

Quando le vacanze estive sono finite il pallone di San Fili è un regalo ideale da portare in città

A San Fili, un borgo tra Paola e Cosenza, esiste una tradizione molto antica che riguarda la preparazione di un prodotto particolare che magari potrebbe essere regalato a chi in Calabria non c’è mai stato: il pallone di San Fili. Difficile trovare qualcuno a cui non piacciano i fichi, mangiati appena raccolti oppure gelosamente conservati nelle cucine delle famiglie e consumati a fine pasto o come merenda.

I fichi possono essere gustati tutto l’anno, in realtà.

Il pallone di San Fili non è molto diffuso nelle altre province calabresi. Ha però il dono di conservare il sole dell’estate quando è inverno, magari sotto il periodo natalizio, in cui la conserva sprigiona il suo profumo.

I fichi vengono cotti al forno e, una volta raffreddati, si formano delle sfere grandi come una pallina da tennis. Generalmente, il pallone di San Fili contiene una ventina di fichi avvolti in foglie di fico appassite, legate con la raffia. 

Il frutto dell’albero del fico viene da lontano

Già ai tempi dei Fenici, questo frutto subiva delle lavorazioni ed era apprezzato per il suo sapore e la sua versatilità. L’albero era considerato sacro, agli dei si offrivano i frutti per la loro bontà. Infatti, il consumo avveniva prevalentemente durante i riti religiosi. 

Addirittura veniva usato come fosse il caglio per la preparazione del formaggio.

Anche nella Bibbia, il fico è presente. Non dimentichiamo che nella iconografia Adamo copre i genitali proprio con una foglia di fico. E pare che Maria abbia benedetto l’albero del fico grazie a i suoi frutti e per averla nascosta e protetta da Erode.

Il fico è particolarmente calorico e ha anche grandi benefici quando siamo raffreddati o abbiamo il mal di gola. Il suo miele è un vero toccasana. Una scoperta che risale ai tempi degli antichi farmacisti greci.

Sono tante le qualità dei fichi calabresi

Non esiste una sola varietà di fichi calabresi. Infatti, ci sono i Dottati, i Columbri, i Mulingiana, i Catalani.

Probabilmente la qualità più diffusa è quella dei dottati che cresce nel cosentino. In particolare il bifera dottato è adatto alla produzione di crocette e di altre preparazioni dolciarie.

La varietà del Caprifico o fico selvatico è uno degli alberi più antichi del mondo ed è facile trovarlo lungo le coste fino alla collina.

La certificazione della dop per il fico essiccato del Cosentino è stata avviata nel 2003 dall’Associazione dei produttori e giunta a termine nel 2008; il Consorzio del Fico essiccato del Cosentino recentemente costituito, raccoglie numerose aziende della provincia e ha come obiettivo tutela, valorizzazione ed incremento della coltivazione e della produzione di questo importante elemento del settore agroalimentare calabrese.Accademia del fico

Chiudiamo con un sorriso. Infatti, è doveroso il riferimento al detto popolare “ti salutu pede ‘e ficu” quando oramai le cose fatte sono andate male e non possono essere più cambiate.

Chissà da dove viene fuori questa espressione! Magari ne faremo una ricerca.

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