Meraviglie calabresi: Scilla, una finestra sul mare

Scilla castello Ruffo
Calabria, Scilla, Castello Ruffo

Una galleria ad archi a picco sul mare, le onde che si infrangono sugli scogli, le barche dei pescatori e la costa viola. Il maestoso Castello Ruffo che sorge sulla punta di una montagna e separa il lungomare dal piccolo borgo di Chianalea. Una terra di miti e leggende.

Scilla ci sorprende ancor prima di arrivare, con il suo scenografico ponte che ci ricorda quelli delle grandi città extraeuropee. Già dalla strada si può ammirare la punta della Sicilia.

Un luogo ideale dove dedicarsi un po’ di relax e suggestione. D’altronde, cosa c’è di più suggestivo di una passeggiata in un borgo, un pranzetto di pesce fresco e un bicchiere di vino su una palafitta immersa nello splendido Mar Tirreno?

Origini Mitologiche

Secondo la mitologia greca, Scilla era una ninfa che venne trasformata in un mostro per gelosia da Circe.

Esistono varie leggende per le quali Scilla fosse figlia del Dio Forco e di Ceto; altre per le quali fosse figlia di Forcate ed Ecate; Talvolta veniva considerata anche come figlia di Tifone ed Echidna, oppure di Zeus e Lamia. Nella versione riportata nell’Odissea, Scilla è figlia della Dea Crateide.

Si narra che ella vivesse in Calabria e fosse solita a recarsi sulla spiaggia di Zancle ( la Messina di oggi) per fare un bagno nelle acqua del mare. Glauco, un Dio che un tempo era stato un mortale pescatore, si innamorò di lei e si rivolse a Circe per chiederle una pozione magica da dare alla sua amata per farla innamorare di lui. La maga Circe, però, innamorata a sua volta di Glauco, si infuriò sentendosi respinta. Per vendicarsi preparò un filtro malefico e lo gettò nelle acqua di Zancle. Quando Scilla si immerse nell’acqua per il suo solito bagno si vide pian piano trasformarsi in un mostro enorme con sei teste di cane e le gambe serpentine.

Da allora Scilla, per la vergogna, andò a vivere nascosta nella cavità di uno scoglio vicino a una grotta.

Cosa visitare a Scilla

Tra i più bei quartieri di Scilla, senza dubbio, è da visitare quello di Chianalea, il borgo più antico di Scilla. Questo luogo è stato rinominato come “la piccola Venezia del Sud”, proprio perchè costruito sul mare direttamente sugli scogli e separato da piccole viuzze. Qui si possono ammirare i colori del mare e sentire l’odore della salsedine.

Meta fondamentale del luogo è Castello Ruffo, un tempo dimora della famiglia Ruffo, il cui stemma è apposto sul portale di ingresso. Grandi sale ideali per mostre e convegni. Il Castello ha ospitato anche Garibaldi. Al suo interno, oggi, sono esposti modellini di barche, foto storiche e l’unico esemplare di Luntre, l’imbarcazione che veniva usata in passato per la pesca del pesce spada. Attraversando le stanze del castello si arriva all’Affaccio di Piazza delle armi, da cui si può godere della vista di tutta la Costa Viola, la Sicilia e le Isole Eolie.

Un’altra metà amata dai turisti è la Marina Grande, caratterizzata da circa 800 metri di spiaggia, la più frequentata dai reggini e dai turisti in zona, che offre una serie di stabilimenti balneari attrezzati, ristoranti e bar.

Cosa mangiare a Scilla

La specialità gastronomica di Scilla è il Pesce Spada. L’economia del luogo, infatti, è legata alla pesca di questo prodotto, che viene praticata tradizionalmente con una barca a remi o con la passerella, una specie di barca a motore con una passerella a prua ed un’antenna centrale. Oltre al pesce spada, troviamo una grande varietà di pesce fresco.

Altri prodotti tipici sono il Bergamotto e il Verdello (una varietà di limone) e, immancabile, la n’duja calabrese.

In Calabria godiamo di posti da sogno, solo che siamo così abituati che a volte lo dimentichiamo! Dopotutto, tutta la Calabria è magnifica!