Sanremo, Achille Lauro con “Me ne frego”: convince poco il suo “francescanesimo”

Achille Lauro
Achille Lauro

Ha fatto discutere Achille Lauro sul palco dell’Ariston del Festival di Sanremo, dividendo pubblico e critica. Si è proposto con “Me ne frego” avvolto in una cappa nera con decori d’oro, per poi rimanere, tolto il mantello, “nudo”.

Ha concluso la sua esibizione scalzo, ricoperto di tatuaggi con una sottile tutina intima aderente impreziosita di strass, tra clamore e perplessità del pubblico.

Un momento, stando alle dichiarazioni sulle pagine social dell’artista, di estasi mistica in cui lui, così dannato e controverso, ha personificato un San Francesco moderno. Una scena di pittura “vivente” attribuita a Giotto e tratta delle Storie di san Francesco della Basilica Superiore di Assisi. 

Achille Lauro, come il Santo, abbandona le ricchezze e il superfluo per seguire la vocazione. L’esibizione fa tendenza e “Me ne frego” è tra i video più cliccati su Youtube, diventando virale.

Ma il performer sarebbe scivolato su una “buccia di banana” rendendosi più che Santo un imprenditore di se stesso in stile Andy Warhol.

E a pensarlo non è chicchessia ma l’esperto d’arte Daniele Radini Tedeschi che, negli studi di “Vieni da me” su RaiUno, davanti a Caterina Balivo, apprezza l’esibizione sottolineandone però l’operazione commerciale che c’è dietro. Perché il mantello di Lauro non è altro che prodotto dalla nota casa di moda Gucci e lo stesso cantante sui social ne pubblicizza la griffe. 

Alessandro Michele, direttore creativo della maison, ripubblica sul suo profilo Instagram la foto del rapper in un rimando reciproco di pubblicità e business. E allora le virtù cardinali sono davvero lontane perché anche il rapper ha mostrato il suo grande “tallone d’Achille”.