Margherita Corriere (AMI): “Che siano anni migliori soprattutto per i bambini”

La presidente regionale AMI Margherita Corriere

Riceviamo e pubblichiamo nota stampa della presidente regionale AMI Margherita Corriere:

“Il nuovo anno è alle porte e ognuno si ripromette qualcosa di importante che non è riuscito a realizzare nel 2017. In questo momento, come avvocato matrimonialista che si occupa di minori, specialmente nella fase in cui il matrimonio o la convivenza dei loro genitori finisce, quello che auspico di cuore per l’anno 2018 è che ci sia sempre più attenzione e massima cura per una tutela solerte e proba dei loro diritti, che, nonostante tutti i proclami delle varie Convenzioni, Dichiarazioni Internazionali, una bellissima legge che disponga l’affidamento condiviso e il diritto alla bigenitorialità dei minori e tutte le pronunce delle CEDU, vengono di fatto elusi proprio da uno dei due genitori”.

Le considerazioni sono dell’avvocato Margherita Corriere, presidente della Sezione Distrettuale di Catanzaro dell’associazione nazionale degli Avvocati Matrimonialisti Italiani.

“Capita spesso che, pur di farla pagare all’altro, uno dei due genitori usi la prole come strumento di belligeranza, in dispregio al diritto imprescindibile e fondamentale dei minori ad avere accanto tutti e due i soggetti, per una loro sana e serena crescita psicofisica. Per i figli di genitori separati – prosegue l’avvocato Corriere – il periodo delle festività finisce per diventare non un momento di gioia ma di incubo, in cui non si tiene conto delle loro esigenze, ma di quantificare matematicamente i tempi di permanenza della prole con l’uno o con l’altro genitore, cercando di non concedere nulla di più all’altro, dimenticando di porre attenzione ai desideri dei loro figli di vivere attimi di gioiosa spensieratezza con entrambi, senza doversi vedere lesinati giorni, ore e, a volte, anche solo minuti”.

“Occorre porre più attenzione alle esigenze della prole, piuttosto che rimanere accecati da rancori e litigiosità e comprendere che i figli non sono beni di proprietà di nessuno dei due genitori, ma soggetti di diritto, giovani personalità in itinere che hanno bisogno di essere salvaguardate nella loro crescita, senza dover subire gli effetti di conflitti che possono provocare loro grande disagio che può sfociare, nei casi più gravi, anche in forme patologiche, i cui effetti si potranno ripercuotere lungo tutto il cammino della loro vita”.

“I minori hanno bisogno di iniziare a percepire il rapporto tra i genitori non più come conflittuale ma come un rapporto dove il conflitto lascia pian piano spazio a una relazione che, se non è più quella di amore tra i coniugi, almeno possa essere quella di un rapporto civile ed equilibrato. Le persone dovrebbero ricordarsi che non sarà mai un giocattolo in più o l’ultimo modello di smartphone che può dare felicità ai propri figli – prosegue nelle sue considerazioni la rappresentante regionale dell’AMI – ma la presenza e l’affetto di entrambi i genitori, che, seppur separati o divorziati, con tanto affetto, faranno comprendere loro che saranno sempre presenti nelle loro vite: madre e padre, nella loro peculiarità, hanno importanti compiti per una crescita equilibrata della prole”.

Per la psicoanalista Helene Deutsch l’amore materno viene considerato il punto di partenza per la formazione di una personalità sana: ”L’essenza di tale amore è che non esige nulla, non ha limiti e non pone riserve; esso è complementare al primo atteggiamento del bambino verso sua madre, quando egli trova in lei la forma atta a soddisfare tutti i suoi bisogni. La sola ricompensa diretta che la madre può aspettarsi dal figlio è qualcosa di inerente allo stesso amore materno: cioè la gioia che egli esiste e stia bene”.

Diversamente, invece, il pensiero del prof. Giovanni Bollea, il quale affermava che il bambino porta avanti il suo continuo lavoro di adattamento al mondo esterno prevalentemente attraverso il padre. Per il padre della moderna neuropsichiatra infantile, “l’instaurarsi di una relazione significativa, sicura e costante con il padre permette un adeguato sviluppo sociale ed emotivo della prole: caratteristica della funzione paterna è proprio quella di favorire il processo di separazione dalla madre e introdurre il figlio, attraverso il linguaggio logico, al pensiero razionale e al rispetto delle regole nell’universo delle relazioni sociali. Al padre è affidato simbolicamente il compito di traghettare gradualmente il figlio dal territorio materno a quello della società favorendone l’emancipazione”.

Ecco i motivi per cui i bambini, per una loro armoniosa crescita, hanno bisogno della presenza di entrambe le figure genitoriali e deprivarli di una delle due significa solo strappare loro un punto di riferimento fondamentale per il loro equilibrio affettivo-relazionale.

“E allora – conclude la nota dell’avvocato Corriere – Buon Anno Nuovo a tutti e, particolarmente, ai bambini!!!”.