La Calabria come banco di prova: Schlein e Conte tra veti e rischio scissione
CATANZARO, 20 AGO 2025 – La Calabria si conferma il punto più delicato nello scacchiere politico nazionale in vista delle elezioni regionali del 5 e 6 ottobre. Dopo le dimissioni del governatore Roberto Occhiuto, travolto dall’inchiesta per corruzione, il centrosinistra appare in piena impasse sulla scelta del candidato.
Il nome di Pasquale Tridico, ex presidente dell’Inps, inizialmente considerato la figura di sintesi tra Partito Democratico e Movimento 5 Stelle, sembra destinato a cadere. Una rinuncia che aprirebbe un vuoto difficile da colmare e rischierebbe di far saltare gli equilibri già fragili della coalizione. Nessuna convergenza, infatti, è stata trovata su altri profili: il veto resta su Vittoria Baldino, vicecapogruppo pentastellata alla Camera, così come su Flavio Stasi, sindaco di Corigliano-Rossano e candidato sostenuto da Avs.
Sul tavolo restano alcune alternative interne al Partito Democratico: Nicola Irto, capogruppo dem al Senato, Giuseppe Falcomatà, sindaco di Reggio Calabria, e Franz Caruso, primo cittadino di Cosenza. Tuttavia, la partita appare tutt’altro che definita.
Intanto, i partiti centristi – Azione, Italia Viva e socialisti – hanno lanciato un vero e proprio ultimatum agli alleati. Riuniti oggi a Catanzaro, i riformisti chiedono chiarezza immediata sulla candidatura, minacciando la rottura qualora non si sciolgano le ultime riserve. Una fuga dei centristi rappresenterebbe un colpo durissimo per l’asse tra Elly Schlein e Giuseppe Conte, già in affanno nel tentativo di tenere insieme il fronte progressista.
Il rischio di una scissione del centrosinistra è ormai concreto: la Calabria, regione storicamente decisiva e terreno complesso sul piano politico, rischia così di trasformarsi in un banco di prova fallimentare per la tenuta dell’intera coalizione nazionale.


















