Calabria, il centrosinistra cerca la svolta: corsa contro il tempo per un candidato unitario
Con le dimissioni a sorpresa del presidente Roberto Occhiuto, la politica calabrese entra ufficialmente in campagna elettorale anticipata. Una mossa che ha scosso il quadro politico e che, secondo diversi osservatori, potrebbe trasformarsi in un boomerang per il centrodestra. “Occhiuto rischia di aver fatto male i conti”, si mormora negli ambienti del centrosinistra calabrese, dove è già partita la corsa contro il tempo per costruire un campo largo in grado di contendere la guida della Regione.
Le date possibili per le elezioni regionali sono già state cerchiate in rosso: 12 o 19 ottobre. Il vicepresidente facente funzioni Filippo Pietropaolo (FdI) è atteso a breve con il decreto di convocazione. Il tempo stringe, e questo gioca a favore del centrodestra, che si presenta compatto. Al contrario, l’opposizione appare ancora in cerca d’identità e leadership, sebbene stavolta lo scenario sia diverso dal disastroso 2021.
Il campo largo è possibile?
I numeri, sulla carta, offrono uno spiraglio concreto. Alle Europee del 2024, l’area progressista – M5S (16,18%), PD (15,9%), AVS (6%), Stati Uniti d’Europa (6%), Azione (4%) – ha raggiunto il 48%. Un campo extra-large, dunque, potrebbe avvicinarsi pericolosamente alla maggioranza assoluta. Ma la matematica non basta. Servono coesione, strategia e soprattutto un candidato in grado di unire.
E qui cominciano i problemi.
Nomi, veti e partite incrociate
Il “toto-candidato” è già cominciato. Tra i papabili, emergono due figure considerate in grado di tenere insieme l’intera coalizione: Pasquale Tridico, europarlamentare ed ex presidente dell’INPS, in quota M5S, e Nicola Irto, senatore dem ed ex candidato alle scorse regionali. Entrambi, al momento, frenano. I tempi sono stretti, ma non ancora scaduti. In parallelo, si fanno anche i nomi di Giuseppe Falcomatà, sindaco di Reggio Calabria, Ernesto Alecci, consigliere regionale del PD, e Flavio Stasi, primo cittadino di Corigliano-Rossano, in quota AVS.
Nel M5S, la riflessione è in corso. Le parlamentari calabresi Vittoria Baldino e Anna Laura Orrico non nascondono il disappunto per le modalità delle dimissioni di Occhiuto. Orrico parla senza mezzi termini di “ennesimo colpo di teatro” e accusa l’ex governatore di voler trattare la Calabria come un feudo personale: “Ora, come un monarca, rivendica l’ennesima poltrona spettante per diritto”.
La lezione del 2021 e l’incognita Gioffrè
Il centrosinistra ha un fantasma che incombe: quello delle regionali del 2021, quando si presentò diviso e senza una guida chiara. Il risultato fu una disfatta: Pd e M5S sostennero Amalia Bruni, mentre l’area radicale puntò su Luigi De Magistris. Una frammentazione costata cara e che oggi tutti vorrebbero evitare, ma i segnali di unità restano fragili.
Intanto, un nome esterno ai partiti sta attirando attenzione trasversale: Santo Gioffrè, medico, scrittore, già commissario dell’Asp di Reggio Calabria e noto per le sue denunce contro il sistema sanitario regionale. Il suo libro Tutto pagato è diventato un caso editoriale in Calabria, con piazze piene durante il tour estivo.
Gioffrè ha già annunciato la sua disponibilità: “Se il centrosinistra ha davvero a cuore il destino di questa terra, io sono pronto. È arrivato il momento di rimettere al centro la sanità pubblica, fuori da clientele e interessi opachi”. Non è un nome da sottovalutare: rappresenta una rete diffusa di movimenti civici, comitati e associazioni. E tocca il nervo più scoperto della Calabria: la sanità.
Sanità: la ferita aperta
Commissionata da vent’anni, la sanità calabrese è lo specchio di una gestione fallimentare. Ultimo drammatico episodio: la morte della giovane Carlotta La Croce, deceduta all’ospedale di Catanzaro dopo due ore di attesa per un’ambulanza che avrebbe dovuto trasferirla da Soverato. Una vicenda che ha scosso l’opinione pubblica e che espone ancora di più il tallone d’Achille della giunta uscente. Paradossalmente, il commissario straordinario della sanità calabrese è lo stesso Occhiuto che ora punta al Parlamento europeo.
Una corsa contro il tempo
Le prossime settimane saranno decisive. La coalizione di centrosinistra ha un’occasione storica, ma deve evitare le trappole del passato: personalismi, veti incrociati, decisioni calate dall’alto. L’unità è possibile, i numeri ci sono, ma serve una visione. E un volto. Un nome che non solo metta d’accordo le sigle, ma che riesca a parlare a una Calabria stanca, arrabbiata e desiderosa di riscatto.
Se il centrosinistra riuscirà davvero a costruire un campo credibile e coeso, la “partita apertissima” potrebbe trasformarsi nella vera sorpresa politica dell’autunno.


















