Le “6000 sardine” è ora un marchio registrato UE

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Navigando su Facebook è impossibile non imbattersi nel nome “sardine” ed è proprio all’interno della virtualità che questo nuovo movimento autodefinitosi “apartitico” sta aggregando un numero sempre più cospicuo di sostenitori, di diversa estrazione sociale e generazionale, che si ispira a ideali antifascisti.

Lo spin-off della mobilitazione del Movimento delle Sardine il 14 novembre ha portato in piazza Maggiore a Bologna quasi 15mila persone contro Matteo Salvini.

Le pagine Facebook di sardine stanno aumentando, raggiungendo numeri di iscritti considerevoli se si pensa che dovrebbe essere un movimento spontaneo. Ma i dubbi di chi rema contro riguardano anche questo aspetto e la sua genuinità.

Intanto, dopo il boom di partecipanti del flash mob di Bologna e Modena, tutta l’Italia vedrà altri eventi di protesta.

Il manifesto ha ora un marchio registrato

Il gruppo ha registrato il simbolo all’Euipo, l’Ufficio della Ue per la proprietà intellettuale. Mattia Santori che è il portavoce del movimento popolare, ha informato dei dettagli gli uffici dell’Ansa.

L’atto, depositato giovedì dai quattro organizzatori della prima manifestazione bolognese, ha ufficializzato il marchio del movimento. La scritta ‘6.000 sardine‘ con l’immagine dei pesci e una nuvola bianca, comparirà di volta in volta il luogo dei prossimi eventi.

“Lo abbiamo fatto per tutelarci, perché non tutti gli eventi organizzati sono in linea con noi”, spiega all’ANSA Mattia Santori, portavoce del movimento.

Il Manifesto del movimento delle sardine

Benvenuti in mare aperto.

Cari populisti, lo avete capito. La festa è finita.

Per troppo tempo avete tirato la corda dei nostri sentimenti. L’avete tesa troppo, e si è spezzata. Per anni avete rovesciato bugie e odio su noi e i nostri concittadini: avete unito verità e menzogne, rappresentando il loro mondo nel modo che più vi faceva comodo. Avete approfittato della nostra buona fede, delle nostre paure e difficoltà per rapire la nostra attenzione. Avete scelto di affogare i vostri contenuti politici sotto un oceano di comunicazione vuota. Di quei contenuti non è rimasto più nulla.

Per troppo tempo vi abbiamo lasciato fare.

Per troppo tempo avete ridicolizzato argomenti serissimi per proteggervi buttando tutto in caciara.

Per troppo tempo avete spinto i vostri più fedeli seguaci a insultare e distruggere la vita delle persone sulla rete.

Per troppo tempo vi abbiamo lasciato campo libero, perché eravamo stupiti, storditi, inorriditi da quanto in basso poteste arrivare.

Adesso ci avete risvegliato. E siete gli unici a dover avere paura. Siamo scesi in una piazza, ci siamo guardati negli occhi, ci siamo contati. E’ stata energia pura. Lo sapete cosa abbiamo capito? Che basta guardarsi attorno per scoprire che siamo tanti, e molto più forti di voi.

Siamo un popolo di persone normali, di tutte le età: amiamo le nostre case e le nostre famiglie, cerchiamo di impegnarci nel nostro lavoro, nel volontariato, nello sport, nel tempo libero. Mettiamo passione nell’aiutare gli altri, quando e come possiamo. Amiamo le cose divertenti, la bellezza, la non violenza (verbale e fisica), la creatività, l’ascolto.

Crediamo ancora nella politica e nei politici con la P maiuscola. In quelli che pur sbagliando ci provano, che pensano al proprio interesse personale solo dopo aver pensato a quello di tutti gli altri. Sono rimasti in pochi, ma ci sono. E torneremo a dargli coraggio, dicendogli grazie.

Non c’è niente da cui ci dovete liberare, siamo noi che dobbiamo liberarci della vostra onnipresenza opprimente, a partire dalla rete. E lo stiamo già facendo. Perché grazie ai nostri padri e nonni avete il diritto di parola, ma non avete il diritto di avere qualcuno che vi stia ad ascoltare.

Siamo già centinaia di migliaia, e siamo pronti a dirvi basta. Lo faremo nelle nostre case, nelle nostre piazze, e sui social network. Condivideremo questo messaggio fino a farvi venire il mal di mare. Perché siamo le persone che si sacrificheranno per convincere i nostri vicini, i parenti, gli amici, i conoscenti che per troppo tempo gli avete mentito. E state certi che li convinceremo.

Vi siete spinti troppo lontani dalle vostre acque torbide e dal vostro porto sicuro. Noi siamo sardine libere, e adesso ci troverete ovunque. Benvenuti in mare aperto.

E’ chiaro che il pensiero dà fastidio, anche se chi pensa è muto come un pesce. Anzi, è un pesce. E come pesce è difficile da bloccare, perché lo protegge il mare. Com’è profondo il mare”.

Firmato “6000 sardine”

Il mondo si mobilita

All’elenco delle numerose città dove si svolgeranno le prossime manifestazioni si è aggiunta anche New York con un appuntamento previsto a Washington Square. Ma tra i commenti degli utenti di Facebook, si legge anche di movimenti nati a Londra, Dublino e Bruxelles.

Il gruppo più numeroso è L’Arcipelago delle Sardine, che in meno di una settimana è riuscito a raggiungere i 100mila iscritti. Tra i suoi fondatori c’è Davide Carlucci, sindaco di Acquaviva delle Fonti, appartenente a una lista civica di centrosinistra e giornalista antimafia. “Questo non è assolutamente un gruppo partitico né politico, il fatto che io e altri promotori ricopriamo cariche istituzionali e militiamo in forze politiche non ha rilevanza e non ne avrà in futuro”.

I gruppi di discussione delle sardine sono pubblici, quindi totalmente visibili dall’esterno, e sono esplicitamente ispirati ai principi dell’antifascismo, raggruppati in sezioni regionali o di città, come quello di Roma che raggruppa un numero altissimo di utenti.

La speranza comune denominatore tra le “sardine”

Ciò che unisce, almeno per il momento, è l’opposizione a Matteo Salvini: alla sua politica intrisa di razzismo e populista. Molti si riconoscono negli ideali di sinistra, ma nelle descrizioni stilate dai fondatori delle comunità c’è l’intento di creare un movimento apartitico. Ciò che potrebbe definirsi collante sono ideali legati ai diritti civili. Ma è evidente la sensazione di trovarsi di fronte a un gruppo di persone che sottolineano il sentirsi “orfani” di un partito di sinistra capace di interpretare malumori e di proporre politiche dei decenni passati. C’è la voglia di sperare ancora, di credere in un’Italia diversa, anche se si ha più di 50 anni.

L’attuale politica appare distante e poco incline a risolvere concretamente i bisogni di chi ha creduto in promesse e slogan e che teme la virata a destra non solo italiana ma anche europea e mondiale.

Molti vedono in questo movimento, non solo il più recente M5S, ma anche i girotondini e il popolo viola che hanno portato a delusioni profonde. Ma è un movimento che non può essere ignorato e che dovrebbe far riflettere quella esigua parte che rappresenta la sinistra italiana, riflettere su una crisi profonda che cerca soluzioni concrete, staccata da logiche interne a una politica vecchia e chiusa in sé stessa.

Le reazioni dei sovranisti

Ovviamente non sono mancate le reazioni da parte dei media di destra e dei sovranisti. I Pinguini, nati in Puglia, “non vogliono lasciare la piazza alle zecche”. I fondatori sono gli ex candidati leghisti Giuseppe Andriola e Antonella Lella

Insomma, se i movimenti precedenti legati a politiche di sinistra, sono stati di natura “bucolica”, ora si è passati al regno animale sia a destra che a sinistra. I pinguini, come i gatti, evocati da Salvini, mangiano le sardine. In questa, escalation di natura alimentare si alimenta anche la politica attuale.

L’immagine pubblicata da Matteo Salvini su Facebook

Ma c’è un dato importante che non andrebbe sottovalutato e sono le elezioni regionali nel 2020. Già in alcune regioni italiane, come la Calabria, a gennaio vedranno le urne aperte. Possibile tenere slegato un movimento così altamente significativo dal contesto tradizionale della politica?

Vedremo.

Roma antifascista in piazza a dicembre

Intanto, a Roma, il 14 dicembre vedrà una manifestazione ancora da concordare nei dettagli. Il fondatore della pagina romana, Stephen Ogongo, attivista per  i diritti umani, ha dichiarato agli iscritti: “Non portate bandiere o simboli di partiti e di associazioni. Facciamo sapere al mondo che questa non è l’Italia che vogliamo, che questa è Roma, questa è l’Italia fatta di persone, di lavoratori, di cuori e di rispetto per il prossimo.
Facciamo sapere che senza violenze, senza alzare la voce e senza bisogno di issare alcuna bandiera saremo semplicemente un’inarrestabile marea e naturalmente, bellissima”.