Ucraina, essere transgender significa l’inferno

omofobia, omosessualità, arcobaleno, DDL ZAN, omofobia
omofobia, omosessualità, arcobaleno

**Traduzione dell’articolo sull’Ucraina del 2 marzo 2022 di Ben Hunte per VICE World News a cura di Annamaria Gnisci**

I trans si sentono soli e abbandonati in Ucraina

Alcune persone trangeniche che vivono in Ucraina hanno raccontato il loro timore nello sfuggire all’esercito russo nel caso in cui le autorità consigliassero la fuga.

Queste persone hanno spiegato al VICE World News che si sentono “totalmente abbandonate” e “temono per la loro vita” nel Paese in cui vivono.

Due donne trans hanno detto che non possono lasciare l’Ucraina e nemmeno attraversarla senza pericoli perché sui loro documenti c’è scritto “maschio” e riportano i loro “vecchi nomi maschili”.

Ad alcune persone, le associazioni dei diritti umani hanno consigliato loro di “non utilizzare le carte di identità” per poter scappare dall’Ucraina. Gli attivisti stimano che questo problema riguardi centinaia di trans ucraini che si sentono in “serio pericolo” e “completamente soli”.

Una donna ha raccontato di avere il “terrore” di essere fermata durante la sua fuga perché poteva essere obbligata ad arruolarsi nell’esercito ucraino “in quanto uomo”; questo succede perché le autorità stanno bloccando gli uomini dai 18 ai 60 anni. Un’altra donna trans ha paura di lasciare casa sua per via delle aggressioni transfobiche. Lei è l’unica persona rimansta nel quartiere.

Un uomo trans che ha cambiato sesso 6 anni fa e che da allora vive in Ucraina, ha la carta di identità che indica “femmina”. Ha raccontato al VICE World News di avere paura di lasciare la sua abitazione e di attraversare l’Ucraina. Durante la telefonata, dall’esterno si sentivano urla ed esplosioni, ma lui si è rifiutato di scappare via a causa dei problemi con i documenti.

Una persona non binaria ha spiegato di quanto avesse paura nel lasciare l’Ucraina e nel raggiungere Nazioni come la Polonia o l’Ungheria perché la sua identità verrebbe “sbeffeggiata” e non riconosciuta. Ha raccontato: «Potrei trovarmi nell’esigenza di scegliere tra il mio Paese – nel quale so come muovermi – e un Paese straniero nel quale ci si potrebbe sentire esclusi e in pericolo.»

In seguito all’invasione di Vladimr Putin, in Ucraina sta emergendo una crisi umanitaria. L’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati ha confermato che da giovedi scorso ci sono 520.000 rifugiati provenienti dall’Ucraina che stanno entrando nei Paesi limitrofi, ponendo l’allarme perché questi numeri potrebbero potenzialmente aumentare, ora dopo ora. Il punto è che però i trans non possono spostarsi dall’Ucraina.

Zi Faámelu è una donna trans di 31 anni che vive a Kyiv. È una musicista ed è stata anche in televisione, nel suo Paese. Faámelu ha detto che non può lasciare la sua terra e che la sua vita è in pericolo. A tal proposito, ha riferito: «Come centinaia di trans in Ucraina, io sono donna, ma sul mio passaporto e sugli altri documenti c’è scritto “maschio”. Così questa è diventata una guerra dentro la guerra. I trans in Ucraina stanno ancora lottando per le loro vite.»

Aggiunge: «Siamo in centinaia a subire l’abbandono, vivendo vite misere. Avremmo bisogno di un aiuto dall’estero; di gente che racconti tutto ciò a politici e volontari e che ci possano dare una mano.»

Mentre parla, sta seduta al buio, nelle mani ha un coltello affilato. Ha paura di chi potrebbe esserci fuori il suo appartamento.

In Ucraina, i trans possono ottenere il riconoscimento di genere, ma le associazioni che si occupano di diritti umani contestano il procedimento poiché “violento” i quanto “lede i diritti di privacy e l’integrità fisica”.

Abbiamo chiesto il perché non avesse cambiato il sesso sui documenti, Faámelu ha detto che in Ucraina è una burocrazia “umiliante” e che ha visto gente obbligata a essere “richiusa in istituti mentali per diversi mesi, subendo test psicologici e fisici al fine di provare la loro vera sessualità.”

Racconta: «Non vogliamo vivere in queste condizioni. Quindi abbiamo tenuto i passaporti, mantenendo un basso profilo, rimanendo zitti. È un inferno per i trans. Avremmo dovuto scappare prima, ma stavo aspettando dei documenti urgenti della pratica e i dottori mi hanno detto che non era possibile.»

Sottolinea: «Sento una forte solitudine. Tutti i miei vicini di casa sono partiti. Si tratta di una situazione pericolosa, ma io sto cercando di mantenere l’ottimismo. Ho visto gente scappare, urlare agli altri di abbandonare le cose e di partire. Io devo stare dove sono. Attualmente è l’unica opzione giusta per me.»

Aggiunge: «È sempre stato pericoloso essere trans in Ucraina, ora è impossibile. Molti omosessuali possono inserirsi nella società, ma per i trans è praticamente irrealizzabile. Siamo attacati per la nostra fisicità, siamo picchiati e anche uccisi. Avremmo bisogno di scappare, ma non possiamo neppure lasciare i nostri appartamenti.»

Sottolineando che: «Se vedranno il mio passaporto in cui c’è scritto “maschio”, se vedranno la mia data di nascita, mi descriveranno come un travestito e mi attaccheranno.»

Faámelu si riferisce a dei trans che stavano nella sua zona e che sono stati minacciati da gente che apertamente mostrava le armi.

Racconta. «Adesso provo ancora più paura in Ucraina perché tutti hanno delle armi. Chi mi volesse minacciare avrebbe la scusa per esprimere l’odio e la violenza. La gente sa dove vivo. Ogni rumore per me è terrore.»

«I trans si sentono dimenticati, abbandonati, trascurati. Siamo attualmente invisibili. Avremmo bisogno delle Nazioni Unite, di organizzazioni che si occupano di diritti umani. Abbiamo bisogno che qualcuno ci noti.»

La gente che è riuscita a fuggire dice che i Paesi limitrofi li accetterebbero anche senza documenti. Purtroppo, per raggiungere la frontiera potrebbero incontrare la polizia o l’esercito che li fermerebbe ai checkpoint dove si fa la fila per essere divisi in gruppi di “maschi e di femmine”, per misure prioritarie di sicurezza.

Essere LGBTQ in Ucraina significa avere una vita difficile. Le aggressioni basate sulla sessualità e l’identità di genere sono comuni mentre la “polizia sta a guardare senza fare nulla”.

Meno di un mese fa, dei vandali hanno danneggiato il Centro della Comunità LGBTQ a Kharkiv, una città a nord est dell’Ucraina. I delinquenti hanno scritto sul “muro dell’ugliaglianza” sia “minacce di morte” che “scritture cristiane”. Gli attivisti avevano appena ripulito il muro da “schizzi di urina, feci e sangue che avevano imbrattato l’uscio.”

In Ucraina, i trans hanno riferito al VICE World News che le loro vite già “non avevano valore” prima della guerra e attualmente la situazione è diventata insostenibile.

Robert ha 31 anni ed è un uomo che vive a Kharliv, in Ucraina. Non diremo il cognome di Robert per proteggere la sua identità. Gli anni di tostesterone di Robert lo hanno aiutatato ad avere un aspetto maschile, ma sui suoi documenti è riportato il genere femminile e la sua data di nascita.

«I miei genitori hanno tentato di uccidermi quando ho detto loro di essere trans.» Ha raccontato così al VICE World News, questa settimana. «Qui tutti sanno che sono un uomo. Nessuno conosce la mia situazione. Ecco perché sono in pericolo adesso.»

Robert aggiunge: «Temo per la mia vita. Un sacco di gente mi ha offerto aiuto se potessi raggiungere un altro Paese, ma non posso affrontare un viaggio attraverso l’Ucraina. Il problema è che all’apparenza io sembro qualcuno, ma i documenti dicono altro.»

«Non posso lavorare, non posso aprire un conto in banca. Né posso avere la patente. Non posso proseguire gli studi universitari perché non riconoscono i miei documenti. Riesco a fare piccoli lavori come: tagliare i capelli, pulire i bagni e gli appartamenti, giusto per sopravvivere. Significa esistere che non è vivere.»

Robert è attualmente aiutato dagli attivisti LGBTQ “Rain Dove” che recentemente ha creato un gruppo e un fondo per aiutare direttamente la gente LGBTQ e le loro famiglie bloccate in Ucraina. Il gruppo è supportato da oltre “700 persone” che vorrebbe farli scappare dall’Ucraina e molti di essi sono anche LGBTQ.

La “Rain Dove” ha detto alla VICE World News che: «Abbiamo visto trans essere rifiutati alle frontiere, ma tutti quelli che abbiamo aiutato sono riusciti a scappare.»

«Se sei donna trans e hai una “M” sul passaporto oppure il tuo genere non è conforme alla “M”, ti consigliamo di dire di avere perso i documenti prima ancora di parlare con gli ufficiali ucraini. Nascondi la carta di identità in una bottiglia di acqua o dentro le scarpe. Se ti fermano devi dire di non essere di qua. Di’ di essere una studentessa in Ucraina oppure una turista. Senza una carta di identità sarai indirizzata nel gruppo degli stranieri internazionali. Sarai poi presa in carico dagli ufficiali del Paese confinante al quale potrai presentare i tuoi documenti senza problemi. Questo ha funzionato il 100% delle volte.»

«Se sei un uomo con una “F” sui documenti, preparati a rispondere alle autorità ucraine. Loro ti diranno: “Se sei veramente un uomo, allora devi lottare per il tuo Paese.” Sfortunatamente, questa è una situazione molto comune. Potresti anche nascondere i documenti, ma devi sapere che tanti devono restare per fare la guerra.»

Rémy Bonny, direttore esecutivo di “Forbitten Colours”, una organizzazione che lavora in Europa a favore dell’uguaglianza per LGBTQ, ha raccontato al VICE World News che: «L’aggressione russa verso l’Ucraina ha scioccato il mondo intero e gli trans hanno avuto effetti devastanti da questa guerra. »

Abbiamo chiesto cosa si potrebbe fare per aiutare queste persone. Bonny ha risposto dicendo: «Per favore, fate donazioni alle organizzazioni che stanno aiutando gli trans rifugiati dall’Ucraina. Pensiamo che circa 10.000 rifugiati potrebbero entrare in Polonia, Ungheria e Romania, ma nel passato i campi per i rifugiati non sono stati luoghi sicuri per LGBTQ.»

Potrebbe interessare leggere dello stesso autore The Guardian: Vladimir Putin ha già perso la sua guerra senza senso