La Naca di Cropani: un atto di fede che attraversa i secoli

Naca
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A Cropani, la tradizionale processione della Naca illumina il Venerdì Santo: fede, dolore e memoria collettiva in una notte intrisa di storia e devozione popolare

CROPANI (CZ), 17 APR 2025 – Ogni anno, la notte del Venerdì Santo, il piccolo borgo di Cropani, situato nella provincia di Catanzaro, diventa il palcoscenico di una delle tradizioni più sentite e affascinanti della Calabria: la processione della “Naca”. Un evento che affonda le radici in secoli di storia, probabilmente risalente alla dominazione spagnola, e che ancora oggi conserva intatta la sua sacralità e la sua bellezza.

La “Naca” non è solo una processione, ma un rito che raccoglie tutta la comunità, unendo famiglie, emigranti che ritornano nel paese natio e turisti curiosi. È un momento che va oltre la religiosità, rappresentando un legame profondo con le tradizioni popolari e con una storia che continua a rivivere ogni anno.

La processione ha inizio alle 21:00, partendo dalla Chiesa di San Giovanni Battista sotto la guida del parroco, padre Francesco Critelli. La grande Naca, la culla simbolica che rappresenta il dolore della Madonna, è portata a spalla da circa trenta devoti, a testimonianza della devozione e dell’impegno fisico che questo rituale richiede. La culla è un’opera d’arte straordinaria, adornata con velluto, damasco e cristalli di Boemia, su cui la Vergine Addolorata siede, con lo sguardo mesto rivolto al corpo di Gesù deposto dalla croce. La Madonna non è sola: attorno a lei, gli angioletti che reggono i simboli della Passione, sospesi su una nuvola sontuosa, accompagnano con il loro pianto il dolore della Madre.

Il corteo, che attraversa le vie di Cropani, è un susseguirsi di figure che incarnano momenti cruciali della Passione di Cristo. Tra queste, spicca la figura del Cristo crocifisso, che regge sulla spalla una pesante croce nera, scalzo e coronato di spine, aiutato dal Cireneo e percosso dai soldati romani. A chiudere la processione, la statua di San Giovanni Evangelista, i cui capelli sono stati donati da Angela Falbo, una giovane donna del paese scomparsa nel secolo scorso, conferendo un ulteriore strato di emozione e legame con la comunità.

Uno degli aspetti più suggestivi della processione è lo scenario che fa da sfondo all’evento. La luce tremolante delle torce e i canti antichi si mescolano alle note della banda musicale del paese, diretta dal maestro Luigi Cimino. Le marce suonate dalla banda, dalla grande mestizia, amplificano il senso di raccoglimento e di dolore collettivo che accompagna la celebrazione. La musica diventa un linguaggio universale, capace di esprimere ciò che le parole non possono dire.

Il “doponaca”, una tradizione più recente, si svolge in modo più intimo e privato. Senza la presenza della banda, il direttore Cimino, accompagnato dal giornalista Luigi Stanizzi, traccerà il programma della prossima edizione della manifestazione, che riguarderà il biennio 2025-2026, continuando a mantenere viva l’essenza di questo appuntamento.

Seppur con varianti locali, la processione della Naca è un evento che si ripete in numerosi altri centri calabresi, ciascuno con la sua interpretazione della tradizione. A Catanzaro, ad esempio, la Naca prenderà il via alle 18:30 dalla Basilica dell’Immacolata, e come ogni anno, l’evento sarà trasmesso in diretta televisiva da RTCtelecalabria, permettendo anche a chi non può essere presente di partecipare spiritualmente a questa straordinaria manifestazione di fede e cultura.

La processione della Naca è molto più di una semplice celebrazione religiosa: è un momento di comunione, di memoria storica e di forte identità culturale. Ogni anno, essa rinnova il legame tra le generazioni, tra i residenti e gli emigranti, e tra il sacro e il popolare, confermando la sua importanza come patrimonio vivo e pulsante della Calabria.

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