Pesticidi oltre i limiti nelle cipolle rosse tra Amantea e Nocera Terinese: la Procura di Paola apre un’inchiesta, sindaci bloccano la vendita dei lotti sospetti e Asp e Arpacal
La Procura di Paola ha avviato un’indagine sull’uso di pesticidi non conformi nella coltivazione delle cipolle rosse lungo la fascia costiera compresa tra Amantea e Nocera Terinese.
Le prime analisi, effettuate su campioni prelevati direttamente nei campi e nei mercati ortofrutticoli della zona, avrebbero rivelato la presenza di residui chimici oltre i limiti consentiti dalla normativa europea. Una scoperta che ha immediatamente fatto scattare l’allarme delle autorità sanitarie e giudiziarie.
L’inchiesta e le possibili responsabilità
L’obiettivo degli inquirenti è ricostruire l’intera catena produttiva e commerciale, per verificare eventuali violazioni delle norme sulla sicurezza alimentare e individuare le responsabilità lungo la filiera. Nel frattempo, i sindaci dei comuni coinvolti hanno adottato misure straordinarie: ordinanze restrittive impongono controlli serrati e la sospensione temporanea della vendita di alcuni lotti sospetti, con particolare attenzione alle aree agricole vicine a corsi d’acqua, pozzi e terreni costieri.
Preoccupazioni per economia e consumatori
La notizia ha destato forte preoccupazione tra i consumatori e le associazioni di categoria. Oltre al rischio sanitario, c’è timore per le possibili ricadute economiche sul comparto agricolo calabrese, che proprio nella Piana di Amantea vanta una lunga tradizione di produzione di cipolle di qualità apprezzate sui mercati nazionali e internazionali.
Controlli intensificati
Per fronteggiare l’emergenza, l’Azienda sanitaria provinciale (Asp) e l’Arpacal hanno intensificato i monitoraggi, estendendo i controlli ai terreni agricoli e alle fasi di distribuzione. L’obiettivo è evitare ulteriori contaminazioni e assicurare che i prodotti immessi sul mercato siano conformi agli standard di sicurezza.
Le indagini sono ancora in corso, ma la vicenda mette in luce, ancora una volta, la fragilità del settore agricolo di fronte a pratiche scorrette che rischiano di minare la fiducia dei consumatori e il valore delle eccellenze calabresi.


















