Il riso di Sibari apre le porte al mercato cinese: delegazione ufficiale da Shanghai in visita a Magisa per avviare nuove sinergie economiche tra Calabria e Oriente
La valle del Crati si apre a nuovi orizzonti internazionali: il pregiato riso di Sibari, fiore all’occhiello dell’agroindustria calabrese, è pronto a varcare i confini europei per affacciarsi sul vasto mercato cinese. A sancire questa ambiziosa apertura sarà l’incontro ufficiale previsto per martedì 17 giugno, quando l’azienda MSG Srl “Magisa – Il Riso Buono di Sibari”, unica realtà risicola del centro-sud Italia, accoglierà una delegazione istituzionale e imprenditoriale proveniente dalla Contea di Chongming – Shanghai.
Promossa dalla Famiglia Praino, promotrice del dialogo tra culture e mercati, l’iniziativa si inserisce in un più ampio programma di internazionalizzazione volto a valorizzare le eccellenze del Mezzogiorno italiano. L’obiettivo è chiaro: costruire solide sinergie tra Calabria e Cina, avviando relazioni economiche strutturate nel settore agroalimentare.
La delegazione cinese sarà guidata da personalità di spicco, tra cui il Presidente della Camera di Commercio di Chongming, Sig. Du Junqi, e il Senatore Giuseppe Zhu, a capo dell’Associazione di promozione sino-italiana. Con loro anche la Dott.ssa Concetta Tassone, presidente di AT Group Italia e membro della Fondazione Italia-Cina, oltre agli imprenditori calabresi Giovanni Galea e Domenico Tassone.
L’incontro con Magisa non sarà solo una vetrina per il riso di Sibari, ma un’occasione di confronto culturale e imprenditoriale, all’insegna dell’innovazione e dello sviluppo sostenibile. Si punta a rafforzare un modello di cooperazione basato sulla fiducia reciproca e sull’interscambio tra filiere produttive, con l’ambizione di rendere il prodotto calabrese un punto di riferimento anche sui mercati orientali.
L’auspicio, condiviso da tutte le parti coinvolte, è che questo primo contatto apra la strada a una collaborazione duratura, capace di generare nuove opportunità per il comparto agroalimentare calabrese e di contribuire al rilancio economico del Sud Italia attraverso l’internazionalizzazione delle sue eccellenze.
LEGGI ANCHE: La regione Calabria riconosce sei nuove risorse vegetali autoctone