La Fp Cgil critica la dichiarazione di stato di emergenza per la sanità calabrese: ‘I poteri straordinari non risolvono le carenze strutturali e organizzative’
La decisione del Governo di dichiarare lo stato di emergenza per il sistema ospedaliero della Calabria, allo scopo di accelerare i lavori finanziati dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr), ha suscitato un forte dissenso da parte della Fp Cgil Calabria. La segretaria generale del sindacato, Alessandra Baldari, ha espresso preoccupazione per l’incoerenza di questa mossa rispetto alle dichiarazioni fatte in passato dal presidente-commissario Roberto Occhiuto, che fino a pochi mesi fa aveva rassicurato i calabresi sulla regolarità dei progetti in corso.
Baldari ha sottolineato come, nonostante i “poteri straordinari” concessi dalla dichiarazione di emergenza, il sistema ospedaliero calabrese sia ancora in una situazione di grave difficoltà. «Il governo, su richiesta dello stesso commissario, interviene per risolvere una crisi che dura ormai da venti anni, è importante ricordare che in passato, anche con l’attivazione di una procedura di emergenza di protezione civile, i risultati non sono stati soddisfacenti», ha dichiarato la segretaria generale, criticando la gestione delle risorse e dei progetti.
Secondo Baldari, la vera questione non riguarda la mancanza di poteri da parte del commissario, ma piuttosto i vincoli burocratici e finanziari che impediscono di procedere con la realizzazione dei progetti ospedalieri in modo trasparente e in linea con le normative. A suo avviso, la situazione è simile a quella di venti anni fa, quando l’urgenza di risolvere le carenze strutturali aveva portato a soluzioni poco efficaci, come la collaborazione con la Regione Lombardia, che non ha prodotto i risultati sperati.
«Non vogliamo che anche nei prossimi dodici mesi, sotto il pretesto dell’emergenza, vengano riproposti interventi di supporto da parte di enti parapubblici o privati provenienti da altre regioni», ha aggiunto Baldari, esprimendo dubbi su soluzioni che, secondo il sindacato, non hanno dato risultati concreti in passato. Inoltre, ha sollevato la questione della grave carenza di personale sanitario nelle strutture ospedaliere calabresi, sottolineando che questa situazione rende difficile, se non impossibile, garantire una sanità territoriale riformata e funzionale.
Un altro punto critico riguarda il ritardo nei pagamenti delle indennità per il personale del pronto soccorso. «Nonostante gli accordi sottoscritti con le organizzazioni sindacali nel 2024, i lavoratori sono ancora in attesa di una giusta retribuzione», ha detto Baldari, mettendo in evidenza la lentezza della burocrazia regionale nel risolvere problematiche urgenti.
Infine, un altro aspetto negativo evidenziato dalla Fp Cgil è la tendenza a indirizzare i cittadini verso strutture private convenzionate per gli screening di prevenzione, un chiaro segno della carenza di strutture pubbliche adeguate. Nonostante un miglioramento nei parametri relativi ai livelli essenziali di assistenza, la bassa adesione agli screening rimane un problema significativo.
«Questi sono solo alcuni degli aspetti che ci preoccupano», ha concluso Baldari. «Il risanamento del sistema sanitario regionale non può essere risolto con misure emergenziali. Sono necessari interventi strutturali, un miglior utilizzo delle risorse e un rafforzamento del personale, che deve trovare condizioni di lavoro adeguate e una retribuzione giusta per offrire servizi sanitari tempestivi e di qualità ai calabresi». La Fp Cgil chiede quindi un cambio di rotta nella gestione della sanità regionale, con una visione a lungo termine e interventi concreti per risolvere le problematiche strutturali che da decenni affliggono il sistema sanitario della Calabria.
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