In calo i vaccini obbligatori per bambini: la Calabria segna un -2,7% sull’esavalente, mentre crescono i casi di morbillo in tutta Italia
Un campanello d’allarme si accende nel panorama sanitario italiano: i vaccini obbligatori per l’infanzia stanno diminuendo, e il Sud – con l’eccezione della Campania – si conferma area critica. Tra le regioni maggiormente coinvolte, la Calabria si distingue per un preoccupante arretramento che desta l’attenzione delle autorità sanitarie.
Secondo i più recenti dati ministeriali, nel 2023 la somministrazione dell’esavalente (che protegge contro poliomielite, difterite, tetano, pertosse, epatite B ed Haemophilus influenzae di tipo B) ha raggiunto a livello nazionale una copertura del 94,7%, con un calo dello 0,39% rispetto all’anno precedente. Ancora più marcata la contrazione in alcune aree meridionali, dove Puglia e Calabria registrano decrementi ben oltre la media: rispettivamente -2,8% e -2,7% per l’esavalente. Anche il vaccino quadrivalente contro morbillo, parotite, rosolia e varicella ha subito un calo: -1,4% in Puglia e -1,5% in Calabria.
Al contrario, il Friuli Venezia Giulia mantiene un livello di copertura vicino alla totalità, evidenziando il forte divario territoriale e sollevando interrogativi sulle cause di questa disparità.
Tra scetticismo e inefficienze
Il calo della copertura vaccinale solleva una questione fondamentale: quali sono le ragioni di questa regressione? A pesare sembrerebbero essere da un lato la crescente influenza dei movimenti “no vax” e, dall’altro, possibili inefficienze a livello organizzativo e comunicativo dei servizi sanitari locali. Il clima di diffidenza generatosi nel periodo post-pandemico ha probabilmente rafforzato paure e disinformazione, minando anche la fiducia nei confronti di vaccini consolidati da decenni di uso sicuro ed efficace.
Casi di morbillo in aumento: la soglia di sicurezza è compromessa
Le conseguenze di questo trend non si sono fatte attendere. Il Ministero della Salute ha registrato nel 2024 ben 1.045 casi di morbillo, un dato allarmante se confrontato con i soli 44 casi del 2023. Il ritorno di malattie prevenibili sta minando l’immunità di gregge, che secondo gli esperti dovrebbe restare sopra il 95% per garantire protezione collettiva. Con i livelli attuali, l’Italia rischia di compromettere decenni di successi nella prevenzione di malattie infettive gravi.
L’obbligo vaccinale e le ricadute scolastiche
Vale la pena ricordare che nel nostro Paese i vaccini pediatrici sono obbligatori per l’accesso al sistema scolastico. La recente circolare per l’anno scolastico 2025/2026 lo ribadisce con fermezza: la mancata regolarizzazione della situazione vaccinale comporta l’esclusione del minore dalla scuola dell’infanzia.
Una sfida culturale, non economica
Il paradosso, sottolineato dagli esperti, è che i vaccini pediatrici obbligatori non sono coperti da brevetti e hanno un costo irrisorio per il Servizio Sanitario Nazionale. Questo esclude la logica del profitto e sposta il dibattito su un piano culturale e sociale. La sfiducia nei confronti delle vaccinazioni riflette una più ampia fragilità nella comunicazione scientifica, nella fiducia istituzionale e nell’educazione sanitaria.
Serve un’azione mirata per colmare il divario
Il caso calabrese è emblematico: mentre su altri fronti, come la prevenzione dell’HPV, si registrano progressi, la copertura vaccinale pediatrica subisce battute d’arresto. Persino durante l’emergenza bronchiolite del 2024, la Calabria si è trovata in difficoltà e ha dovuto ricorrere all’aiuto della Campania per la fornitura di farmaci monoclonali.
Di fronte a questo scenario, diventa urgente avviare nuove campagne di informazione e sensibilizzazione, mirate soprattutto alle regioni del Sud. Una comunicazione chiara, vicina ai cittadini e basata su evidenze scientifiche potrebbe rivelarsi decisiva per invertire la rotta e tutelare la salute pubblica, soprattutto dei più piccoli.
LEGGI ANCHE: Vaccini in calo al sud: la Calabria tra le regioni più critiche