Cosenza, l’Asp segnala nuovi casi di morbillo

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Torna il morbillo anche in Calabria: l’Asp di Cosenza segnala diversi casi tra i giovani adulti e lancia l’allarme su possibili complicanze gravi

Torna a far parlare di sé il morbillo, con un’impennata di casi che tocca anche la Calabria. A lanciare l’allarme è Martino Rizzo, direttore sanitario dell’Asp di Cosenza, che attraverso una nota diffusa sui social segnala un aumento dei contagi nel territorio, in particolare tra i giovani di età compresa tra i 15 e i 40 anni.

Una fascia d’età che, secondo Rizzo, è anche la più esposta alle complicanze, che possono diventare gravi: «Parliamo di polmonite e persino encefalite, un’infiammazione cerebrale molto seria», spiega il medico. La recrudescenza del virus non è solo un problema locale. Nel 2024 l’Italia ha registrato oltre 1000 casi, a fronte dei meno di 50 dell’anno precedente, e il 2025 sembra confermare questa tendenza negativa.

Il morbillo, ricorda il direttore sanitario, è tra le malattie più contagiose: si trasmette per via aerea o attraverso contatto con secrezioni infette. Il contagio può avvenire anche nei giorni precedenti alla comparsa dei sintomi e fino a 3-4 giorni dopo l’esantema, il tipico arrossamento cutaneo che parte dal volto per estendersi al resto del corpo.

Uno dei punti chiave nella lotta al virus resta la vaccinazione, obbligatoria in Italia dal 2017 per i bambini, che oggi risultano maggiormente protetti. Chi ha già contratto il morbillo o è stato vaccinato correttamente, sviluppa un’immunità che lo mette al riparo da successive infezioni.

Per chi è entrato in contatto con una persona contagiata, Rizzo consiglia cautela: «Evitare incontri, soprattutto con soggetti fragili, per almeno 3-4 giorni. Trascorso questo periodo, se i sintomi non si manifestano, con ogni probabilità non si è contratto il virus».

Infine, l’Asp invita la cittadinanza a rivolgersi al proprio medico di famiglia o ai Servizi Vaccinali per informazioni più dettagliate su come prevenire e gestire la malattia. In un contesto europeo e nazionale di forte risalita dei casi, la prevenzione resta la prima linea di difesa.