L’impatto dell’autunno sull’equilibrio della vitamina D

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Strategie per affrontare la carenza di vitamina D, dall’esposizione solare controllata all’integrazione alimentare

La vitamina D, fondamentale per il benessere delle ossa, del sistema nervoso e della circolazione, svolge un ruolo cruciale per il nostro organismo. Sebbene il nostro corpo accumuli una riserva di questa preziosa sostanza durante i mesi estivi grazie all’esposizione ai raggi solari, tale accumulo diminuisce drasticamente durante la stagione invernale. Il ridotto contatto con la luce solare porta a un’assorbimento ridotto attraverso la pelle, creando un vuoto che può avere conseguenze significative sulla salute.

Durante l’autunno e soprattutto l’inverno, la luce solare si riduce sensibilmente: le giornate si accorciano, i raggi solari faticano a penetrare gli strati di vestiti che coprono gran parte della pelle per proteggerci dal freddo. La vitamina D risulta essenziale per l’assorbimento del calcio, per il mantenimento del sistema immunitario e il corretto funzionamento del sistema nervoso. È da notare che in genere il 90% della vitamina D necessaria viene prodotta dall’esposizione al sole, mentre il 10% rimanente proviene dall’alimentazione.

L’età gioca un ruolo chiave in questa equazione: con il passare degli anni, la produzione di vitamina D diminuisce considerevolmente. Ad esempio, un individuo di sessant’anni produce solo un quarto della quantità di vitamina D di un ventenne. Questo fa sì che la carenza diventi un rischio serio, portando a diverse complicazioni legate alla salute.

Diversi fattori concorrono alla carenza di vitamina D, con l’esposizione solare che rimane la causa principale e più diffusa. Vi sono anche altre variabili soggettive che influiscono sulla capacità dell’organismo di metabolizzare e sintetizzare questa vitamina. È quindi importante prestare attenzione a segnali quali debolezza muscolare e dolori ossei, segni che potrebbero indicare una carenza e che richiedono un consulto medico immediato.

L’immagazzinamento durante l’estate spesso non risulta sufficiente per affrontare la carenza invernale. In questa stagione, è consigliabile esporre al sole viso, collo e braccia per almeno 30 minuti al giorno, evitando l’applicazione di protezioni solari superiori a SPF 30. Resta cruciale proteggere la pelle con SPF 30 o 50 per il resto del tempo al fine di prevenire danni cutanei e lo sviluppo di melanomi.

Oltre all’esposizione al sole, alcuni alimenti possono contribuire ad aumentare le riserve di vitamina D e contrastare le eventuali carenze. Tra questi troviamo pesci grassi come il dentice, il merluzzo, l’orata, il palombo e la sogliola, oltre a latticini, formaggi, carne di maiale, fegato di manzo, olio di fegato di merluzzo, tuorlo d’uovo e funghi. È consigliabile consumare questi alimenti con maggior frequenza durante i mesi più freddi dell’anno, quando l’esposizione solare è limitata. In questo modo, si può garantire un apporto adeguato di vitamina D per il corretto funzionamento del corpo durante i mesi invernali.