Ospedale Dulbecco, i sindacati segnalano ritardi e criticità

Azienda ospedaliera Dulbecco, UMG
Azienda ospedaliera Dulbecco, UMG

Caos all’ospedale Dulbecco di Catanzaro: sindacati denunciano ritardi nei pagamenti, buoni pasto mai arrivati, reparti in affanno e meritocrazia a rischio per una delibera contestata

È scontro aperto tra i sindacati e la dirigenza dell’Azienda Ospedaliera Universitaria “Renato Dulbecco” di Catanzaro. Con una denuncia congiunta inviata non solo ai vertici aziendali, ma anche alla Procura della Repubblica e alla Corte dei Conti, Cgil Funzione Pubblica, Fials e Nursind lanciano un allarme che mette in discussione la tenuta stessa del sistema ospedaliero.

Ritardi nei pagamenti e promesse disattese

Il primo fronte di contestazione riguarda i ritardi nei pagamenti delle progressioni economiche orizzontali (Dep), che coinvolgono la quasi totalità dei dipendenti. Nonostante l’accordo siglato nel dicembre 2024, i lavoratori non hanno ancora visto alcun accredito. A questo si aggiunge il nodo irrisolto dei buoni pasto, mai concretizzati nonostante le rassicurazioni ufficiali. Un’altra battaglia riguarda il riconoscimento come orario di lavoro del tempo destinato a vestizione e svestizione, tema sul quale i sindacati respingono qualsiasi compromesso che non preveda una retribuzione diretta.

Meritocrazia sotto accusa

A far esplodere ulteriormente la protesta è la delibera n. 643 del 13 giugno 2025, che stabilisce i criteri per l’assegnazione degli incarichi di funzione. La bozza, che attribuisce metà del punteggio al colloquio orale, è stata bollata dalle sigle come “scandalosa”. Secondo i rappresentanti dei lavoratori, un sistema simile rischia di vanificare la meritocrazia, premiando non le competenze ma le raccomandazioni, con inevitabili ricadute sul morale e sull’impegno del personale.

Reparti in difficoltà e pronto soccorso sotto pressione

Le critiche non si fermano alle questioni economiche e procedurali. I sindacati denunciano gravi lacune organizzative, già evidenziate nei mesi scorsi e culminate nel caos di agosto, quando le carenze di personale e di programmazione hanno messo in difficoltà reparti cruciali come le chirurgie, l’ortopedia e la Terapia Intensiva Neonatale. La conseguenza più grave si è registrata al pronto soccorso, dove l’operatività è stata compromessa.

L’appello: “Serve un cambio di rotta”

Con toni duri, le organizzazioni sindacali chiedono un’inversione di marcia alla direzione aziendale, alla Regione e alla cittadinanza, per non vanificare l’impegno di chi, ogni giorno, lavora tra mille difficoltà. “Serve un cambio di direzione, nel rispetto di tutti”, scrivono i sindacati, convinti che una programmazione più attenta e nuove assunzioni avrebbero potuto evitare il collasso estivo.

La vertenza rimane aperta, con il rischio che le tensioni interne si riflettano ulteriormente sulla qualità dei servizi offerti ai cittadini.