Picco contagi Covid a Catanzaro: la testimonianza di un medico di famiglia

medico di famiglia
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L’emergenza dovuta al Covid-19 e alla variante Omicron, ha innalzato i numeri degli ultimi bollettini, tanto da avere oltre 2 mila contagi in 24 ore in Calabria e da aver portato la città di Catanzaro ad essere tra le 107 province italiane ad aver raggiunto il picco dei contagi da Coronavirus in questa quarta ondata. Tutto ciò è andato a inficiare sulla vita sociale e produttiva, oltre che sulla salute dei cittadini risultati positivi, costretti all’isolamento. E ha prodotto, inoltre, una trasformazione radicale nel modo di gestire il lavoro del medico di famiglia e il suo rapporto con gli assistiti.

Il lavoro del medico di famiglia e il rapporto con i loro pazienti

Dall’inizio della pandemia i medici di medicina generale si sono trovati ad affrontare dubbi e paure dei propri pazienti. Del resto i medici di famiglia costituiscono da sempre il “primo contatto” per tutti i cittadini che cercano un punto di riferimento nell’ambito sanitario. Così il medico di famiglia ha grandi responsabilità nel gestire le operazioni di front office nei confronti dei loro assistiti. Sia in termini di prevenzione, che in termini di intervento nella gestione delle cronicità e delle emergenze.

Ma come è cambiato il lavoro del medico di famiglia in questa quarta ondata?

Superate le prime fasi di riassetto del proprio lavoro, a partire dalle modalità diverse di accesso ai propri studi medici e ambulatori, i medici di famiglia si sono visti trasformati anche i propri ruoli e moltiplicate le proprie funzioni.

Non più soltanto la relazione faccia a faccia con il paziente, a domicilio o presso il proprio studio medico, che è l’elemento che fino a qualche anno fa oramai caratterizzava il lavoro del medico di famiglia. Dal momento in cui si sono diffusi i contagi da Covid-19 nella popolazione, il medico di famiglia si è adattato sempre più.

I medici di famiglia infatti adesso espletano sempre più funzioni amministrative, per sbrogliare tutti quegli iter necessari per accompagnare il paziente affetto da Covid nella fase di positività e in quella di negativizzazione dalla malattia. Con tutte le limitazioni del caso per il paziente e il carico di lavoro triplicato per i medici.

Le difficoltà delle Asp e il contributo dei medici di famiglia

Con circolare del 14 gennaio 2022, un medico di famiglia di Catanzaro, di cui si preserva l’anonimato, ci informa che le Asp chiedono ai medici di famiglia sostanzialmente procedure il più possibile automatizzate. In questo modo si può andare incontro alla grandi difficoltà in questa fase delicata del sistema delle Aziende Sanitarie Provinciali.

Cosa chiedono le Asp al medico di famiglia?

Ciò che si richiede al medico di famiglia è di entrare in un lavoro di rete con le farmacie di competenza territoriale e gestire la fase di somministrazione di tamponi con test rapidi e antigenici per decretare positività e negativizzazione del paziente.

Tutto questo deve avvenire, ci informa ancora il medico di famiglia catanzarese, in due fasi.

Fase di somministrazione test in farmacia e comunicazione attraverso PEC della stessa alle Asp di appartenenza in relazione all’esito del test antigenico-rapido.

Fase di isolamento in caso di positività al Coronavirus del cittadino e di comunicazione telematica proprio con il medico curante che deve certificare lo stato di malattia.

Si crea così un’asse: farmacia-paziente-medico di famiglia. Una volta espletato l’isolamento e raggiunta la negativizzazione dal Covid-19 /Omicron, il medico di famiglia potrà rilasciare da sistema TS il certificato di guarigione.

Soggetti con sintomi gravi o appartenenti a categorie fragili

In questo modo si sopperisce ai vuoti degli iter amministrativi delle Asp in difficoltà. Si gestiscono tutti quei casi che riguardano i soggetti che sono asintomatici o che presentano sintomi lievi.

In questo modo il carico della mole di lavoro delle Asp diminuisce e queste possono attuare il processo di visita domiciliare, somministrazione tampone molecolare e il processo di ospedalizzazione/ricovero, per quei pazienti che presentano sintomi gravi o che sono appartenenti a categorie fragili.

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