Uffici chiusi e centralini muti: caos ticket a Catanzaro

AOU "Renato Dulbecco"
AOU "Renato Dulbecco"

Decine di cittadini catanzarese stanno ricevendo richieste di pagamento per ticket sanitari risalenti anche a dieci anni fa, senza documenti esplicativi né assistenza

Un’ondata di proteste sta travolgendo l’Azienda ospedaliera “Renato Dulbecco” di Catanzaro, al centro di un caso che ha dell’incredibile: decine di cittadini stanno ricevendo avvisi di pagamento per ticket sanitari legati ad accessi al pronto soccorso risalenti a oltre dieci anni fa. Ma a esasperare gli utenti non è tanto il dover saldare vecchi importi, quanto il muro di silenzio e disorganizzazione con cui si stanno scontrando.

Le segnalazioni si moltiplicano ogni giorno. Telefonate senza risposta, centralini muti, numeri irraggiungibili, uffici chiusi: ottenere chiarimenti sembra un’impresa impossibile. Molti cittadini, dopo aver ricevuto la notifica dell’Agenzia delle Entrate, hanno tentato invano di contattare l’azienda ospedaliera per comprendere i dettagli delle somme richieste o per verificare eventuali errori.

Una delle testimonianze più emblematiche è quella di una cittadina che, dopo essere stata rimbalzata dall’Ufficio Relazioni con il Pubblico all’Ufficio Economato e infine al responsabile dei poliambulatori, non è mai riuscita a parlare con un operatore. Nemmeno la visita in presenza è servita: l’ufficio, che le era stato indicato come aperto, risultava chiuso senza alcuna spiegazione.

Il problema appare ancora più grave considerando che, al termine della prestazione sanitaria, spesso non viene rilasciata alcuna documentazione utile a giustificare i pagamenti richiesti. E nella cartella inviata con l’avviso mancano elementi fondamentali come numeri di telefono o orari di ricevimento, lasciando i destinatari in un limbo burocratico snervante.

Intanto cresce l’indignazione e il senso di abbandono tra i cittadini, che si sentono vittime di un sistema opaco e inefficiente. Molti chiedono l’intervento urgente delle autorità competenti affinché venga fatta chiarezza e venga garantita almeno la possibilità di interlocuzione con gli uffici preposti.

Un caso che pone interrogativi non solo sull’efficienza dell’amministrazione sanitaria locale, ma anche sulla trasparenza e la tutela dei diritti degli utenti. E che rischia di trasformarsi, se non affrontato con tempestività e serietà, in un nuovo capitolo di sfiducia verso le istituzioni.