In un periodo storico in cui, purtroppo, la Calabria sta cercando di difendersi dall’incremento dei casi positivi al Covid-19, nella giornata di ieri, ha fatto molto discutere la presenza allo stadio “Oreste Granillo” di Reggio Calabria del presidente della regione f.f. Nino Spirlì, in occasione del match interno della Reggina contro il Vicenza.
Una presenza che, in condizioni diverse, non avrebbe fatto notizia
Se l’evento sopra citato si fosse verificato in un momento diverso, certamente, non avrebbe destato alcuna critica. Per di più, Spirlì non sarebbe stato né il primo né l’ultimo a presenziare ad una partita di calcio. Purtroppo, però, in un periodo in cui gli stadi sono chiusi ed i tifosi sono costretti a seguire la propria squadra del cuore da dietro uno schermo, questo gesto non poteva che generare polemiche. Ciò perché, si è dimostrato, nuovamente, che è necessario ricoprire un ruolo politico di spicco per poter tranquillamente chiudere un occhio di fronte alle regole.
Una notizia che ci ricorda che, forse, i tifosi sono stati un po’ dimenticati
Al di là della polemica, questa notizia ci fa riflettere su come i tifosi di un po’ tutti gli sport, soprattutto in Italia, siano stati dimenticati. Per di più, coloro che stanno nelle posizioni di potere hanno creduto, fino ad ora, che uno schermo potesse generare le stesse emozioni. In realtà, non è così e, anche se nelle prime fasi della pandemia l’idea poteva sembrare condivisibile, adesso è necessario trovare una soluzione. Ciò perché, con i dovuti controlli, il distanziamento e le entrate contingentate, si è dimostrato possibile riaprire gli stadi in sicurezza.
Per concludere, citando lo stesso Spirlì, “lo sport unisce, tutti”. Perciò, la speranza è che si possano evitare nuovi incidenti di percorso e che, soprattutto, sia possibile pensare all’ingresso allo stadio non come un privilegio ma come un’opportunità della quale tutti possano nuovamente usufruire.