US Catanzaro: intervista a Nino, un appassionato tifoso giallorosso

Dopo la sconfitta dei giallorossi contro l’Avellino, il pubblico seppur a distanza, è parecchio arrabbiato. Nell’aria si respira la voglia di riscatto da parte di tutta la tifoseria. Qualche bandiera appesa nei pressi dello stadio ci ricorda il presente, positivo, ma non esaltante.
La squadra complessivamente non sta facendo male, e da qualche domenica la troviamo stabile al quarto posto in classifica generale.
Decidiamo di dar voce e ascoltare il pensiero di un super tifoso dell’ US Catanzaro, che ha lasciato la sua terra ormai da diversi anni, ma continua, seppur a distanza, a tifare la sua squadra del cuore, guardando tutte le partite, documentandosi, lasciando al Nicola Ceravolo una parte della sua anima.
Stiamo parlando di Nino De Gregorio.
La fede per l’US Catanzaro del non si spegne mai, anzi da tifoso la distanza amplifica il desiderio di ritornare al Nicola Ceravolo. Dopo aver chiaccherato e ammirato delle belle fotografie, naturalmente grazie alla tecnologia, iniziamo l’intervista:

Nino da quando tempo non vedi una partita dell’ US Catanzaro dal vivo?

“L’ultima partita è stata Catanzaro vs Teramo, il 25 agosto 2019, reti di Nicastro e kanoute. Poi causa Covid non ho visto più nessuna gara in presenza”.

Attualmente dove vivi? E come riesci a distanza ad accrescere la fede giallorossa?

“Dall’8 luglio 1969 vivo a Rivarolo Canavese (TO), ma ho sempre continuato a seguire il Catanzaro al nord e centro Italia nelle diverse trasferte. Con la avvento dei social è più facile seguire la squadra, anche se dal vivo è meglio”.

Nell’ultima gara disputata contro l’Avellino, come ha visto giocare l’ US Catanzaro?

“Contro l’Avellino non si finalizzava, rispetto a quanto si crea, in casa facciamo più fatica. Da molto tempo ci manca il classico finalizzatore che possa risolvere e chiudere la partita in qualsiasi momento”.

Cosa pensi della squadra?

“La squadra non è bene assortita, si infoltisce la rosa numericamente, ma lascia a desiderare la qualità, sarebbe meglio scegliere meno giocatori ma di qualità, e soprattutto di categoria con comprovata storia calcistica alle spalle”.

Dopo la vittoria contro la Ternana, come ti sei sentito?

La Ternana è una delle poche partite che non ho visto, l’ ho seguita sui social. A fine gara ero felicissimo, ma ho pensato che: una rondine non fa primavera, manca la continuità”.

Secondo te quest’ anno sono stati sostituiti troppi giocatori?

“Erano già troppi ad inizio campionato, dovrebbero essere di meno anche per non mettere in difficoltà il mister. Inoltre quando si cambia molto è perché si è sbagliato prima. Ripeto più qualità meno quantità”.

Ti piace mister Calabro?

Non posso giudicarlo, non vedendo il suo operato. È un allenatore giovane e con poca esperienza di categoria. Secondo me è stata una scommessa del presidente, anche se voglio ricordare il detto: chi più spende meno spende”.

Quali sono gli obiettivi di quest’anno?

“Ormai il primo posto è andato. Puntare sulle prime quattro e arrivare ai playoff”.

Cosa pensi della fase playoff?

“Sono una lotteria. Un po’ come i rigori. Vista l’ annata anomala causa Covid, bisogna vedere come ci arrivano le squadre. Sono partite in cui bisogna sempre giocare con il coltello tra i denti e con una sana carica agonistica”.