Catanzaro: al Politeama il giornalista Federico Buffa, star dalla tv

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E’ diventato un’autentica star della televisione, seguito da un numero impressionante di fans, letteralmente rapiti dalla sua capacità di raccontare gli eventi dello sport, al punto da trasformarli in pagine di storia.

Federico Buffa, giornalista sportivo che si è imposto all’attenzione del pubblico per la straordinaria capacità di raccontare le storie dei campioni e degli eventi sportivi, porta in scena sabato 17 marzo, al Teatro Politeama di Catanzaro, il suo lavoro teatrale dedicato ad uno degli eventi che hanno cambiato la storia: il leggendario match tra Muhammad Alì (Cassius Clay) e George Foreman.


Un narrazione stringata, tenuta “sulle corde” da una serrata partitura musicale scritta ed eseguita al pianoforte da Alessandro Nidi e ritmata dalle percussioni di Sebastiano Nidi, all’interno della cornice visionaria della regista Maria Elisabetta Marelli.

 

“A night in Kinshasa. Muhammad Alì vs George Foreman. Molto di più di un incontro di boxe” è il titolo di questo spettacolo, uno dei più originali e dissacranti della stagione ideata dal Sovrintendente Gianvito Casadonte.

 

E’, come detto, la storia di un evento che ha cambiato la storia.
Nel 1974, il dittatore dello Zaire Mobutu regala ai suoi  sudditi il match di boxe del millennio per il titolo mondiale dei massimi, tra lo sfidante Muhammad Ali (Cassius Clay, prima della conversione all’Islam) e il detentore George Foreman. Ali ha 32 anni, l’altro 25. Sono entrambi neri afroamericani, ma per la gente di Mobutu, Ali è il nero d’Africa che torna dai suoi fratelli, George è un nero non ostile, complice dei bianchi. Tanta gente assedia lo stadio dove ci sarà il match e grida «Alì boma yé», Alì uccidilo.

“È un incontro epocale che va al di là della boxe, un incontro che parla di riscatto sociale, di pace, di diritti civili.
E nella consueta sinfonia di contraddizioni che è la storia di Muhammad Ali, il paradosso è che l’incontro simbolo della libertà, ha luogo in un paese oltraggiato prima dal colonialismo, poi da una dittatura che sarebbe durata trent’anni e poi ancora dalla guerra”. Ali torna nella terra dei suoi avi, a riscoprire le sue origini.
‘Sono africano, l’Africa è la mia terra. Da lì veniamo’.Sta nelle strade, va negli ospedali, incontra i bambini. Decide di poter trasmettere quello che ha visto ai neri d’America, agli emarginati, a quelli senza sussidi che non hanno coscienza di se stessi. Vuole stare in mezzo ai drogati, ai disperati, alle prostitute. Questo racconta ai giornalisti”.

Il racconto di Federico Buffa tiene gli spettatori con il fiato sospeso, un racconto da non perdere.