Why Not, De Magistris: “Le inchieste mi furono tolte per favorire gli indagati”

Luigi de Magistris (fonte pontilenews)

La Corte di appello di Salerno ha accolto il ricorso dell’attuale sindaco di Napoli, ex PM a Catanzaro, Luigi De Magistris. Il ricorso era in relazione alla vicenda della sua sospensione dell’incarico ‘per incompatibiltà ambientale’ nelle inchieste Poseidone e Why Not. Indagini sulle ramificazioni del sistema criminale dei rapporti tra criminalità organizzata, affari, politica, settori di magistratura e forze dell’ordine, con il collante della massoneria deviata.

L’occasione per commentare la sentenza c’è stata presso il Cinema Modernissimo, a Napoli. Durante l’iniziativa ‘Storia di una toga strappata’, che ha visto anche la partecipazione del giornalista Marco Travaglio, l’ex PM non ha risparmiato parole dure verso chi, all’epoca, deviò le inchieste.

“La criminale ragion di Stato”

Secondo De Magistris, la sottrazione delle indagini fu: “una sconfitta dello Stato perchè su quei fatti non si saprà mai la verità. Una sconfitta non solo in Calabria perchè le ramificazioni su cui indagavamo arrivavano nel resto di Italia e anche a Bruxelles.”

Una prova, come ha commentato Travaglio, per colpire altri magistrati che guardano in faccia nessuno.

“Il tempo è galantuomo ma non ti risarcisce di quello che ti è stato strappato. A distanza di dieci anni si è acclarato in modo definitivo che quelle inchieste mi furono sottratte illecitamente al fine di procurare un vantaggio agli indagati.”

Gli esiti della sentenza

I fatti sono ormai prescritti e la sentenza è valevole per i soli effetti civili. La Procura della Repubblica di Salerno e la Procura Generale hanno ritenuto di non impugnare la sentenza di assoluzione di primo grado nonostante i PM di udienza avessero chiesto la condanna degli imputati.

“Avete distrutto il mio difficile e complesso lavoro investigativo – conclude De Magistris – ma non avete distrutto la mia coscienza. Provo anche vergogna per tutti quelli che nelle Istituzioni in quegli anni, soprattutto nella magistratura, rimasero alla finestra a guardare lo spettacolo di deviazioni criminali senza precedenti. Se i criminali di Stato hanno vinto in quegli anni è stato anche per questa colpevole inerzia. Oggi, però, è come se mi sentissi di nuovo magistrato”.

Annamaria Gnisci