Il ponte sullo stretto tra sviluppo e sottosviluppo

MARE, ONDE
MARE, ONDE

Continuiamo a parlare di viabilità in Calabria e di nuove idee insieme ad un esperto del settore Mimmo Semina, segretario provinciale Confsal, che in un excursus incalzante ci indicherà la sua visione di viabilità relativa all’eventuale costruzione del ponte sullo stretto di Messina.

«Di recente – afferma Semina – sono state approfondite ed illustrate le criticità relative allo “Stato dell’Arte” delle singole tratte ferroviarie calabresi. Un percorso permeato da incredibili contraddizioni. Un excursus impietoso nel passaggio dalla descrizione del “fantasma” della stazione di Catanzaro Sala al presunto sviluppo della linea jonica fermo al 1875, per concludersi infine nella penosa situazione della linea Settingiano – Lamezia T.C. e delle enormi polemiche e contraddizioni derivanti dagli investimenti del PNRR per l’ammodernamento e la messa in opera dell’AV Roma – Reggio Calabria».

«Un minimo denominatore – prosegue – accomuna tali problematiche: l’assoluta assenza di una visione organica che abbia a cuore le sorti di uno sviluppo complessivo della ferrovia nella nostra regione.
Finora si è proceduto a tentoni, come i ciechi. Man mano che sono stati approvati i singoli investimenti pubblici si è intervenuti, tramite annunci in pompa magna, per informare l’opinione pubblica del miracolo imminente circa la presunta modernizzazione delle linee».

Le recenti polemiche sull’Alta Velocità in Calabria la dicono lunga sia sull’autolesionismo che sul campanilismo ostacolando nei fatti ogni pretesa di cambiamento. La galleria del Santomarco rappresenta oggi più che mai una polemica rovente.

La realizzazione della nuova galleria a doppio binario corrisponde ad un’esigenza di reale e necessaria modernizzazione. I finanziamenti del fondo complementare prevedono tempi lunghi.

Tuttavia, tale opera non può essere strumentalizzata in un’arbitraria interconnessione di fattibilità con l’AV che da Tarsia, attraverso il traforo del Parco Nazionale della Sila, giunge a Cosenza, la percorrenza di circa 50 km. Lo abbiamo già scritto e ribadito: è una follia!

La natura, giorni addietro, ancora una volta, ha spazzato via le pretese della politica di imporre un presunto sviluppo avulso da una reale e definitiva messa in sicurezza delle linee mediante interventi strutturali preventivi e necessarie deviazioni di percorso.

Di recente si è assistito, ancora una volta, alla chiusura della linea Catanzaro Lido – Crotone a causa di frane della massicciata. I binari sospesi per aria fanno da sinistro contraltare alla palificazione di un’elettrificazione accennata e che risuona come una beffa. Le gallerie completamente allagate sulla linea Settingiano – Lamezia T.C. testimoniano anch’esse la materializzazione dell’assurdo nella pretesa di un campanilismo becero che ostacola un reale cambiamento perché non accetta il percorso parallelo alla strada dei due mari.

Disquisire sui nuovi treni, sul nuovo orario e sulle fermate è legittimo e comprensibile.

«Tuttavia – riprende Semina- in mancanza di interventi strutturali, è minima la credibilità nei confronti degli utenti che hanno già abbandonato in massa questa modalità di trasporto pubblico».

In tale contesto difficile e tortuoso si inserisce il dibattito pubblico e politico, che dura oramai da decenni, sulla necessità di realizzare il ponte sullo Stretto di Messina. Sarebbe oltremodo imbarazzante disconoscerne l’utilità.

«Allo stesso modo – conclude – risulta altrettanto imbarazzante, da parte del mondo politico, non porsi la domanda sulla responsabilità morale di essere rimasti indifferenti alle esigenze delle popolazioni che, a monte dello stretto, vivono il diritto alla mobilità, garantito per legge, in condizioni di assoluta marginalità».