Operazione Cumbertazione: nessuna corruzione per il funzionario anas coinvolto

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Riceviamo e pubblichiamo per come ricevuto:

 REGGIO CALABRIA, 09 SETT 2018 – Cadono i gravi indizi di colpevolezza per l’ing. Giovanni Fiordaliso, funzionario ANAS coinvolto nell’operazione della DDA reggina e della Guardia di Finanza denominata Cumbertazione. Dopo la sentenza della Suprema Corte di Cassazione, che per ben due volte ha annulla l’ordinanza primigenia di arresto anche il Tribunale della Libertà di Reggio Calabria ha annullato l’ordinanza custoditale per assenza di gravità indiziaria per assenza dei gravi indizi di colpevolezza ed ha quindi escluso che ci sia stato un patto corruttivo tra l’ing. Fiordaliso Giovanni e l’imprenditore Bagalà.

L’ordinanza, e con essa le accuse mosse nei confronti dell’ingegnere, sono cadute sotto le accurate e devastanti arringhe dei legali di fiducia avvocati Antonio Managò e Marco Gemelli. L’ipotesi accusatoria di corruzione, sostenuta dalla pubblica accusa, è stata spazzata via da un lavoro meticoloso e certosino che i due legali hanno portato avanti durante le udienze passate al TDL ed in Cassazione. Un lavoro estenuante, dei due legali, che ha dimostrato in modo logico tutta la difesa che l’ingegnere, con il coltello tra i denti, ha sostenuto fino dall’interrogatorio di garanzia dinnanzi al GIP. All’ingegnere Fiordaliso non è stato regalato nessun Rolex né tantomeno sono stati pagati viaggio di piacere.

Un collegio difensivo, quello dell’ing. Fiordaliso, che ha visto gli avvocati Managò e Gemelli coordinare le indagini difensive con caparbietà e astuzia legale, non fermandovi sulle inesattezze investigative, scavando a fondo e facendo emergere macroscopici errori. La circostanza più importante è rappresentata dalla conversazione, su cui si fonda l’impalcatura accusatoria, dove per errore gli inquirenti avevano individuato Gianni non in Giorgio come invece è emerso il soggetto per il quale doveva essere acquistato un orologio rolex”.

Il lavoro dei due penalisti non si è fermato qui, ma ha avuto la meglio anche nel corso del giudizio disciplinare intentato da ANAS, di cui è dipendente l’ing. Giovanni Fiordaliso. Infatti, in sede disciplinare, i due penalisti, coadiuvati dall’ING. Domenico Basile, in qualità di consulente, tra i massimi esperti di ingegneria forense, e dall’Avv. Giuseppe Mazzotta, giuslavorista, hanno dimostrato, davanti ad una commissione nominata dall’AD dell’ANAS, che le condotte intercorse tra l’ingegnere Giovanni Fiordaliso e l’imprenditore Bagalà erano lecite, tanto che nel mese di febbraio la società ha deciso di annullare il procedimento. Addirittura, l’Anas si è trovata obbligata ad adempiere all’ordinanza emessa da Tribunale del Lavoro di Roma, adito dall’avv. Domenico Colaci, esperto di diritto amministrativo, con cui si imponeva di restituire gli stipendi a quel momento concessi al dipendente.

Grande soddisfazione da parte degli avvocati di fiducia e dai consulenti che hanno sposato a pieno la difesa dell’ing. Giovanni Fiordaliso:

in particolare, l’ing. Domenico Basile ha riferito:” è bastato richiamare la teoria e la pratica degli appalti dei lavori pubblici per evidenziare la correttezza dei comportamenti dell’ing. Fiordaliso. Quello che ha subito anche dall’ANAS, suo datore di lavoro, è ingiusto, ingiustificato ed ingiustificabile; sarebbe bastato riscostruire gli eventi e leggere le carte della cd “Indagine” per cogliere l’assoluta estraneità dell’ing. Fiordaliso a qualsiasi ipotesi delittuosa o anche di semplice irregolarità amministrativa.”

Resta tra gli imputati del processo “Cumbertazione” con rito ordinario l’ingegnere Giovanni Fiordaliso. Ma la sua posizione si posizione accusatoria è chiaramente ridimensionata dopo l’annullamento dell’ordinanza primigenia da parte del Tribunale della Libertà di Reggio Calabria a seguito dei due annullamenti della Suprema Corte di Cassazione.

L’Ing. Giovanni Fiordaliso ha a sua volta dichiarato che:” Tutta la vicenda segna fortemente la mia famiglia, che mi ha dato la forza di affrontarla, ringrazio i miei legali e consulenti che hanno fin da subito creduto alla mia estraneità ai fatti contestati, portandomi ad ottenere i risultati ad oggi conseguiti. Andiamo avanti fiduciosi nella giustizia”.