Anno scolastico al via tra graduatorie e ritardi: mancano insegnanti in tutta Italia
Il nuovo anno scolastico si apre con il solito copione: aule pronte, studenti pieni di aspettative, ma migliaia di cattedre ancora vuote. Nonostante i concorsi e i tentativi di stabilizzazione, il sistema scolastico italiano continua a fare i conti con una cronica carenza di insegnanti, che costringe le scuole a partire con organici incompleti e affidarsi, ancora una volta, a un esercito di supplenti.
Le cifre della carenza
Secondo le stime delle organizzazioni sindacali, quest’anno serviranno oltre 200mila supplenti per coprire le assenze e i posti vacanti, soprattutto nel sostegno e nelle discipline tecnico-scientifiche. Il fenomeno è diffuso in tutto il Paese, ma colpisce in particolare le grandi città e le regioni del Nord, dove la mobilità dei docenti e il costo della vita scoraggiano le accettazioni.
Continuità didattica a rischio
Per famiglie e studenti significa iniziare l’anno con un punto interrogativo. “Ogni settembre ci troviamo a cambiare professori – spiega la mamma di un liceale romano –. Mio figlio ha avuto tre insegnanti diversi di matematica in due anni. Non si può parlare di continuità didattica in queste condizioni.”
Un problema che pesa soprattutto sugli studenti più fragili. “Il sostegno è l’emergenza nell’emergenza – denuncia un’associazione di genitori –. A molti ragazzi con disabilità non viene garantito da subito un docente specializzato, ma supplenti presi in extremis. Così i loro diritti restano sulla carta.”
La voce dei docenti
Anche gli insegnanti vivono la precarietà sulla propria pelle. “Sono dieci anni che faccio supplenze – racconta Marco, professore di lettere in Lombardia –. Ogni volta devo cambiare scuola, colleghi e studenti. È frustrante non avere prospettive, ma soprattutto sapere che il tuo lavoro viene interrotto a metà da un nuovo incarico.”
Le organizzazioni dei lavoratori chiedono soluzioni strutturali. “Senza un piano di assunzioni stabile, continueremo a vedere cattedre scoperte e scuole costrette a improvvisare – spiega un rappresentante della Cisl Scuola –. Non possiamo affrontare ogni settembre come fosse un’emergenza, serve una strategia a lungo termine.”
Tra concorsi e graduatorie
Il Ministero ha varato nuovi concorsi e ha promesso tempi più rapidi nelle immissioni in ruolo, ma la macchina burocratica resta lenta. Le graduatorie provinciali per le supplenze (GPS), strumento principale per coprire i posti liberi, vengono aggiornate ogni due anni e non sempre riescono a rispondere alle reali esigenze dei territori.
Una partenza a metà
Così, mentre gli studenti tornano tra i banchi, la scuola italiana si trova di nuovo a fare i conti con il paradosso di un sistema che forma insegnanti ma non riesce a stabilizzarli, lasciando scoperti migliaia di posti. Un problema che non è più emergenza, ma normalità.
E ogni anno, a settembre, si ricomincia daccapo.
Potrebbe interessare leggere: Caro scuola, famiglie in difficoltà: “Libri sempre più cari, ma ci organizziamo con l’usato”















