Anche Catanzaro ha partecipato alla Festa dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate

Anche Catanzaro ha partecipato alla Festa dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate, in ricordo della vittoria italiana nella prima guerra mondiale.

Sono tantissime le autorità civili, militari e religiose che hanno presenziato alla cerimonia dell’Alzabandiera, degli Onori ai Caduti con la deposizione delle corone da parte del prefetto di Catanzaro, Luisa Latella, in rappresentanza del Governo, e delle Forze Armate, in occasione delle celebrazioni del 4 novembre e per la festa dell’Unità nazionale, che si è svolta questa mattina in Piazza Matteotti nei pressi del monumento ai caduti, dopo la messa solenne celebrata nella Chiesa del San Giovanni dall’arcivescovo di Catanzaro-Squillace, monsignor Vincenzo Bertolone.

Nel corso della cerimonia è stata data lettura del messaggio del presidente della Repubblica e del ministro della Difesa.

Presenti gli studenti delle scuole cittadine e in particolare i rappresentanti della Consulta studentesca e del liceo scientifico “Siciliani” di Catanzaro che hanno ricevuto la bandiera italiana.

 

CENNI STORICI

Il 4 novembre 1918, un’altra Italia si rialzava in piedi dopo il disastro di Caporetto.

Si rialzava e vinceva una guerra, la più terribile guerra che fino ad allora il mondo avesse visto.

Una guerra vinta non contro altri italiani, ma contro un altro Stato che da secoli dominava importanti regioni e che impediva il compimento del processo unitario iniziato con la Prima guerra di Indipendenza nel 1848.

La “Grande Guerra” è un avvenimento che ha segnato profondamente l’inizio del XXº secolo. La data, che commemora la fine vittoriosa della guerra, celebra la firma dell’armistizio siglato con l’Impero austro-ungarico. Oggi forse gli italiani sono in Europa e quasi non sentono la prima vecchia Patria.

E forse gli italiani sono nel mondo ed appare sempre più difficile ricordarsi che essere italiani significa avere una storia comune, una lingua comune, un passato comune in futuro comune. Ma se non si rendono speciali gli italiani, domani forse non ci sarà più l’Italia.

Il “4 novembre” fino al 1977 è stata un giorno festivo a tutti gli effetti.

Da quell’anno in poi, a causa di una riforma del calendario delle festività nazionali introdotta per ragioni economiche con lo scopo di aumentare il numero di giorni lavorativi, è stata resa “festa mobile” che cadeva nella prima domenica di novembre.

Nel corso degli anni ’80 e ’90 la sua importanza nella categoria delle festività nazionali è andata declinando. Il 4 novembre, nel tempo, è divenuta la giornata dedicata alle Forze Armate e all’Unità Nazionale.

La giornata vuole ricordare in particolar modo tutti coloro che sono morti nell’adempimento delle loro funzioni militari.

Oggi nell’Italia delle mille crisi e delle mille emergenze, sommersa dall’immondizia e dallo sconforto, sembra quasi una leggenda: è storia, invece. Questa la festa è importante perché è la festa dell’orgoglio di una nazione che non fu messa in ginocchio, ma seppe riscattarsi e imporsi all’ammirazione del mondo.

Una festa per una bandiera che l’unica per tutti: il Tricolore.