Emergenza climatica: l’Italia affronta un 2024 da record

inverno record, fioriture anticipate
inverno record, fioriture anticipate

Gennaio 2024 segna un inverno record con siccità e fioriture anticipate, analisi delle conseguenze ambientali e agricole su scala nazionale

Il riscaldamento globale ha recentemente superato la soglia critica di 1,5 gradi centigradi, segnando un allarme senza precedenti secondo il programma di osservazione della Terra Copernicus, congiuntamente gestito dall’Agenzia Spaziale Europea (ESA) e dalla Commissione Europea. Nel periodo compreso tra febbraio 2023 e gennaio 2024, la temperatura media globale ha registrato un aumento di 1,52 gradi rispetto ai livelli preindustriali del 1850-1900. Gennaio 2024 è stato particolarmente significativo, stabilendo un nuovo record come il mese più caldo mai registrato a livello globale, con una temperatura media dell’aria di 13,14 gradi.

Questo inverno eccezionalmente caldo ha portato a un aumento di 1,7 gradi rispetto alla media storica del periodo 1991-2020, accompagnato da una siccità preoccupante. La Coldiretti, analizzando i dati di Copernicus basati sulle elaborazioni dei dati nazionali ISAC CNR nei mesi di dicembre e gennaio, ha evidenziato le conseguenze di questo clima straordinario sull’ambiente e sull’agricoltura.

Il caldo fuori stagione ha innescato un risveglio anticipato delle piante, con fioriture che si manifestano più di un mese prima rispetto agli anni precedenti. Questo fenomeno mette a rischio le coltivazioni, poiché l’esposizione anticipata può rendere vulnerabili le piante a improvvisi abbassamenti delle temperature successivi, con conseguente perdita di raccolti. Anche la Calabria è coinvolta, affrontando fioriture anticipate e conseguenze negative sui raccolti.

Un altro aspetto preoccupante è la siccità, che minaccia le semine di cereali, legumi e ortaggi, nonché la disponibilità di foraggio nei pascoli, che sta vivendo una netta diminuzione. La mancanza di acqua sta causando ripercussioni significative sui costi aziendali, amplificate dal rialzo delle quotazioni del foraggio.

Il bollettino sull’agricoltura è pesante: in Puglia, la siccità e i venti di scirocco, con elevati tassi di umidità, hanno ridotto la produzione di carciofi del 60%. In Sicilia e Sardegna, lo sviluppo di frutta e ortaggi è in difficoltà. Nei bacini della Sardegna, a gennaio, c’era il 21% di acqua in meno rispetto all’anno precedente, mentre in quelli della Sicilia il deficit è del 13%. La situazione è critica anche in Puglia, con oltre 119 milioni di metri cubi d’acqua in meno nei bacini, e in Abruzzo, dove la mancanza di neve è evidente.

Il Lazio presenta laghi in condizioni precarie, con il lago Trasimeno che rimane 18 centimetri più basso rispetto al livello “vitale”. Nelle Marche, i livelli dei fiumi Potenza, Esino, Sentino, Tronto e Nera sono in diminuzione, e sulle montagne manca la neve.

In sintesi, l’aumento delle temperature globali sta avendo impatti devastanti sull’ambiente e sull’agricoltura in Italia, con la Calabria che si trova anch’essa ad affrontare le sfide di questo cambiamento climatico da record senza precedenti. L’urgente necessità di affrontare l’emergenza climatica è evidente, richiedendo azioni immediate e sostenibili a livello globale.

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