Il castello di Pizzo Calabro: memorie di conflitto e tragedia

castello di pizzo calabro
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Storia e significato del castello di Pizzo Calabro durante l’era aragonese, con un focus tragico su Gioacchino Murat

Costruito nel XV secolo per volontà del re Ferdinando d’Aragona, il Castello di Pizzo Calabro rappresenta un’importante testimonianza storica legata al periodo aragonese della Calabria, un’epoca caratterizzata da conflitti politici e rivolte locali. In particolare, la sua costruzione è strettamente legata alla necessità di rafforzare le difese lungo il versante tirrenico, in un contesto in cui il re Aragonese aveva appena sedato una sanguinosa congiura ordita da alcuni influenti feudatari locali, tra cui Carlo Sanseverino, conte di Mileto e feudatario di Pizzo.

Questo evento segnò l’inizio di un ampio progetto di potenziamento del sistema difensivo del regno, che comprese anche la ristrutturazione dei castelli dei feudi ribelli come Belvedere Marittimo, Castrovillari e Corigliano. Nel 1487, su ordine del re Ferdinando, venne avviata la costruzione del nuovo Castello di Pizzo, che vide il suo completamento nel 1492. Ancora oggi, la struttura si distingue per i suoi volumi compatti, caratterizzati da un massiccio corpo quadrangolare affiancato da due torri a tronco conico che si affacciano sull’abitato.

La parte trapezoidale del castello si protende verso il mare, sebbene la sua muratura mostri segni di degrado e sia stata parzialmente invasa dalla vegetazione circostante. All’esterno, un imponente redondone in pietra divide la base scarpata dalla sezione superiore. L’ingresso principale del castello è sormontato da un ponte levatoio e una lapide commemora Gioacchino Murat, il quale trovò la morte per fucilazione all’interno del castello nel 1815.

Le carceri cinquecentesche, costituite da cinque vani voltati, con finestre che si affacciano sul mare e sul centro abitato, costituiscono una testimonianza significativa della funzione repressiva del castello nel corso della sua storia. Durante i secoli, il castello subì diversi interventi di restauro, tra cui il rifacimento delle camere superiori in seguito al terremoto del 1783.

La sua fama è principalmente legata agli eventi legati alla prigionia e all’esecuzione di Gioacchino Murat, avvenuta il 13 ottobre 1815. Murat, leale a Napoleone, aveva conquistato il Regno di Napoli e il suo governo era stato caratterizzato da progressi significativi in campo amministrativo e nell’ambito dell’istruzione. Tuttavia, dopo la disfatta di Waterloo, Murat tentò di riconquistare il regno con uno sbarco in Calabria, solo per essere catturato e giustiziato nel castello di Pizzo.

Le vicende legate alla prigionia e all’esecuzione di Murat conferirono al castello una fama duratura, attirando l’attenzione di numerosi viaggiatori e studiosi, tra cui il celebre Alexandre Dumas, il quale nel corso del suo tour dell’Italia meridionale nell’autunno del 1835, fece tappa a Pizzo per visitare la prigione e riflettere sui drammatici avvenimenti che vi si erano svolti.

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