Marcello Minenna e l’ex deputato leghista Pini avrebbero lucrato sulla pandemia

Marcello Minenna
Marcello Minenna

Minenna ai Domiciliari: 34 Misure Cautelari Eseguite

Su disposizione della Direzione Distrettuale Antimafia di Bologna, sono stati arrestati anche funzionari della Prefettura di Ravenna e dell’Azienda Sanitaria Locale (Ausl Romagna). In totale, sono state adottate 34 misure cautelari.  L’ex direttore dell’Agenzia delle Dogane Marcello Minenna, attuale assessore all’ambiente della Regione Calabria ed ex assessore del Comune di Roma, è stato arrestato e si trova attualmente agli arresti domiciliari, insieme ad altri 33 indagati. Tra i destinatari delle misure vi è Gianluca Pini, ex parlamentare della Lega non più in carica dal 2018. Secondo l’accusa della Procura di Forlì, lo stesso parlamentare avrebbe ottenuto un appalto milionario dall’Ausl Romagna per la fornitura di mascherine, nonostante l’assenza di competenze specifiche nell’ambito aziendale, lucrando così sulla pandemia del 2020.

Nell’inchiesta sono coinvolti anche esponenti del mondo imprenditoriale romagnolo, tra cui individui con importanti trascorsi istituzionali a livello nazionale, nonché persone legate alle istituzioni che agiscono in favore di interessi economici esterni e contrastanti con l’interesse pubblico, la trasparenza e la legalità della pubblica amministrazione.

In queste ore sono state eseguite congiuntamente misure cautelari detentive su disposizione della Direzione Antimafia di Bologna, anche in Belgio e Germania. Le misure sono state eseguite nei confronti dell’ex parlamentare, di funzionari pubblici in servizio presso la Prefettura di Ravenna, presso l’Ausl Romagna, presso le forze dell’ordine e nei confronti dell’ex direttore dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli di Stato. L’operazione di oggi rappresenta l’apice di un’indagine antidroga avviata dalla Squadra Mobile della Questura di Forlì nel gennaio 2020, che ha preso di mira un sodalizio straniero coinvolto nel traffico di stupefacenti.

Le indagini hanno confermato l’ipotesi del coinvolgimento dell’imprenditore forlivese, con precedenti penali, nel traffico internazionale di droga in collaborazione con un gruppo criminale armato di origine albanese. L’ex parlamentare, sfruttando le conoscenze acquisite grazie al suo incarico istituzionale, è riuscito a garantirsi il supporto di persone all’interno di diverse istituzioni pubbliche locali e nazionali. Queste persone, su richiesta dell’ex parlamentare, favorivano i suoi interessi all’interno dell’amministrazione di appartenenza. È emersa così l’esistenza di due “sistemi” di arricchimento illecito, uno relativo all’imprenditore forlivese e l’altro all’ex parlamentare, che si sono reciprocamente supportati nei rispettivi ambiti, grazie a relazioni solide e di fiducia, nonché a interessi finanziari comuni.

Più nello specifico, l’imprenditore forlivese ha sfruttato importanti connessioni criminali legate alla malavita albanese e al narcotraffico per ottenere finanziamenti da reinvestire in attività legali o nell’acquisto di immobili. È emerso chiaramente il suo coinvolgimento in un’attività di traffico internazionale di stupefacenti in collaborazione con un gruppo criminale albanese armato. D’altra parte, l’ex parlamentare ha utilizzato le sue conoscenze di alto livello acquisite durante il suo incarico politico per garantirsi il supporto di persone all’interno delle istituzioni pubbliche. Queste persone, su richiesta dell’ex parlamentare, favorivano i suoi interessi agendo all’interno dell’amministrazione di appartenenza. In particolare, è stato confermato che l’ex parlamentare ha ottenuto un appalto milionario dall’Ausl Romagna per la fornitura di dispositivi medici, nonostante l’azienda non avesse le competenze necessarie per tale attività. In questo modo, ha tratto profitto anche dalla crisi pandemica del 2020.

Le indagini hanno inoltre rivelato rapporti di corruzione tra l’ex parlamentare e membri delle forze dell’ordine, un funzionario della Prefettura e dirigenti dell’Agenzia delle Dogane.

Due episodi cruciali hanno contribuito alle prove raccolte durante le indagini. Il primo è stato l’arresto, nell’estate del 2020, di due fratelli soci di un’impresa di autotrasporto al confine italiano, provenienti dal Belgio con un autocarro carico di circa 28 chilogrammi di cocaina. Il secondo episodio è rappresentato dalle perquisizioni effettuate nella primavera del 2021 presso le sedi di diversi operatori economici, dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, dell’Ausl Romagna e di alcuni degli indagati. L’analisi dei dispositivi elettronici sequestrati, come computer e smartphone, ha permesso di ricostruire dettagliatamente i rapporti intrecciati dall’ex parlamentare con persone all’interno delle istituzioni, dimostrando il loro coinvolgimento nel favorire gli interessi personali dell’ex parlamentare.

Le comunicazioni acquisite hanno anche rivelato legami tra l’ex parlamentare e esponenti politici di rilievo nazionale. L’indagine ha inoltre analizzato i flussi finanziari delle disponibilità che sono emerse nel corso delle investigazioni.

L’operazione è stata condotta grazie al coordinamento della Procura della Repubblica di Forlì, della Procura Distrettuale Antimafia di Bologna, delle Questure di Forlì-Cesena e di Modena, in collaborazione con le forze dell’ordine del Belgio e della Germania. Questo testimonia l’impegno costante delle istituzioni nella lotta contro la criminalità comune, il traffico internazionale e i fenomeni corruttivi.

Chi è Marcello Minenna?

Marcello Minenna è stato ex direttore dell’Agenzia delle Dogane. È stato nominato assessore di area tecnica della Regione Calabria il 31 gennaio scorso, con deleghe all’Ambiente, alle Partecipate e ai Fondi comunitari. Ha sostituito Mauro Dolce, dimissionario, che era responsabile delle Infrastrutture e dei Lavori pubblici. Minenna, di 52 anni e originario di Bari, è un economista e professore a contratto di Teorie e Politiche per lo sviluppo economico all’Università La Sapienza, nonché di Econometria finanziaria e Finanza empirica all’Università telematica San Raffaele.

In passato, Minenna è stato anche assessore tecnico al Bilancio, al Patrimonio, alle Partecipate, alle Politiche Sociali e alla Spending Review di Roma Capitale.

Le prove raccolte dai pubblici ministeri di Forlì hanno ipotizzato un “Accordo” tra Gianluca Pini e Marcello Minenna. Secondo l’accusa, Pini avrebbe promesso a Minenna di fargli ottenere un riconoscimento all’interno della Lega Nord per essere considerato un membro di quel partito e gli avrebbe garantito la nomina a direttore generale dell’Agenzia delle Dogane in seguito al cambio di governo, promessa che avrebbe mantenuto. Minenna, a sua volta, avrebbe accettato queste promesse in cambio di favori nell’esercizio delle sue funzioni pubbliche, in particolare riguardanti l’importazione di merci, tra cui le mascherine al centro dell’inchiesta.

Le indagini sono ancora in corso per ricostruire completamente le dinamiche di questo presunto sistema corruttivo e gli eventuali coinvolgimenti di altre persone nelle attività illegali e di corruzione.