Risolto il mistero di ‘lupara bianca’: due arresti per l’omicidio di Tutino

omicidio tutino
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Risolto l’efferato omicidio di Giuseppe Tutino a Calimera, arrestati i presunti colpevoli legati al mondo criminale rosarnese dopo due anni di indagini approfondite

VIBO VALENTIA, 7 MAR 2024 – Nella giornata odierna, i carabinieri del Comando Provinciale di Vibo Valentia e del Reparto Crimini Violenti del Raggruppamento Operativo Speciale, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di due soggetti, uno dei quali già detenuto per associazione mafiosa e traffico di sostanze stupefacenti, mentre l’altro, con precedenti legati alle armi, risultava in libertà. L’operazione ha concluso un’intensa indagine di due anni, avviata dopo la denuncia di scomparsa di Giuseppe Salvatore Tutino, classe ’61.

Il corpo carbonizzato della vittima è stato scoperto all’interno di un’auto bersagliata da colpi di fucile e interrata tra le campagne di Calimera, frazione di San Calogero, nel gennaio 2022.

Il caso di “lupara bianca”

Le complesse attività investigative, condotte dai carabinieri, hanno permesso di ricostruire gli eventi che hanno portato all’omicidio, identificando i due soggetti, affiliati a ambienti criminali del rosarnese, come presunti responsabili di un caso di “lupara bianca”. Le indagini, supportate da tecniche scientifiche e intercettazioni, hanno svelato la dinamica dell’omicidio di matrice ‘ndranghetististica.

La dinamica dell’omicidio e il ritrovamento

I presunti autori, conosciuti dalla vittima, avrebbero organizzato un agguato per allontanarla dalla sua abitazione, seguito da un’esplosione ravvicinata di colpi di fucile. Successivamente, il cadavere è stato nascosto in un’auto, incendiata e sepolta per eliminare ogni traccia. L’analisi balistica ha confermato che la morte è avvenuta a causa di almeno due colpi di fucile calibro 12 Gauge.

Il ritrovamento dell’auto è avvenuto grazie al segnalamento di un proprietario di un fondo agricolo nei pressi del torrente Mesima, che aveva notato solchi di pneumatici sospetti. I primi accertamenti sulla targa bruciata hanno consentito di identificare immediatamente la vittima.

Retroscena e movente

Le indagini hanno rivelato che la scomparsa di Tutino aveva attirato l’attenzione dei media nazionali e locali, poiché la vittima aveva interrotto improvvisamente i contatti con la figlia. Il movente dell’omicidio è stato legato a un debito di decine di migliaia di euro che Tutino doveva a uno degli indagati, legato alla produzione e spaccio di stupefacenti. Dopo vani tentativi di recupero del credito, la vittima aveva reciso alcune piante nelle coltivazioni degli indagati, scatenando l’ira e la violenta reazione.

Svolta nelle indagini

Ulteriori elementi utili alle indagini sono emersi dall’analisi dei contenuti telematici rinvenuti nei dispositivi sequestrati ad uno degli indagati. L’arresto dei due presunti responsabili, con il principio di presunzione di non colpevolezza in attesa delle fasi successive del procedimento giudiziario, rappresenta un passo significativo nel far luce su questo criminale caso di “lupara bianca”.

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