Titan, OceanGate: «Sono tutti morti»

Titan sottomarino
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Tragedia del sottomarino Titan: le famiglie chiedono risposte mentre vengono trovati detriti

Le speranze di trovare in vita le cinque persone che si trovavano a bordo del sottomarino Titan si sono dissolte ieri con il ritrovamento dei rottami dispersi del veicolo che era scomparso dalla domenica. OceanGate, l’azienda proprietaria del sommergibile, ha dovuto affrontare la tragica situazione. La svolta è arrivata quando un veicolo a controllo remoto, utilizzato per perlustrare le profondità dell’oceano alla ricerca del sottomarino, ha trovato il telaio del carrello di atterraggio e la parte posteriore del sommergibile. Gli esperti ritengono che il veicolo sia probabilmente imploduto istantaneamente, poco dopo aver perso i contatti, forse a causa di un cedimento strutturale causato dalla pressione o da un guasto. La Guardia costiera degli Stati Uniti ha parlato di una “catastrofica perdita di pressione”, che è coerente con il ritrovamento dei cinque detriti del piccolo sottomarino, situati a circa 500 metri dal Titanic.

La notizia del ritrovamento dei detriti ha distrutto le ultime flebili speranze di trovare il veicolo e i suoi passeggeri vivi. Il tweet della Guardia costiera degli Stati Uniti, pubblicato intorno alle 11:55 ora locale, ha confermato il ritrovamento. Nonostante le autorità si siano astenute dal fare dichiarazioni ufficiali, le poche parole hanno lasciato intendere che non c’era più alcuna speranza per i cinque ricchi appassionati del Titanic.

Nel quarto giorno di frenetiche ricerche, le possibilità di salvare l’equipaggio si erano già ridotte a causa delle temperature gelide e dell’esaurimento probabile dell’ossigeno nel veicolo. Tuttavia, i ricercatori, sostenuti dalle condizioni meteorologiche favorevoli, hanno continuato le loro attività con sempre maggiore urgenza. Erano affiancati da personale medico specializzato e da una camera iperbarica in grado di ospitare sei persone, pronta all’uso in caso di ritrovamento. Le autorità costiere degli Stati Uniti e del Canada sono state affiancate da quelle del Regno Unito, con Londra che ha inviato un aereo militare attrezzato per tali operazioni.

Nonostante questo straordinario dispiegamento di risorse, è stato inutile per salvare la vita del CEO di OceanGate, Stockton Rush, del miliardario britannico Hamish Harding, del francese Paul-Henry Nargeolet e del businessman pakistano Shahzada Dawood e di suo figlio Suleman. La famiglia del miliardario britannico ha rivolto la propria rabbia verso OceanGate, accusando l’azienda di aver lanciato l’allarme in ritardo. Credono fermamente che un’azione tempestiva avrebbe potuto fare una differenza significativa nell’esito della tragedia.

Mi scuso per l’interruzione. Mentre iniziano le indagini sull’incidente, sorgono domande riguardo alle misure di sicurezza adottate e alla tempestività della risposta da parte di OceanGate. Le famiglie addolorate chiedono risposte, cercando un’attribuzione di responsabilità per la tragica perdita dei loro cari. Resta da vedere come le autorità e OceanGate affronteranno queste preoccupazioni e forniranno una risoluzione alle famiglie colpite da questo evento devastante.

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