Russia, giornalista Usa arrestato per spionaggio

Putin, informazione, giornalismo, giornalista, libertà di stampa
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EKATERINBURG, 30 MAR 2023 –  Il recente arresto del giornalista USA del Wall Street Journal, Evan Gershkovich ad Ekaterinburg, accusato di spionaggio dal Servizio di sicurezza federale russo, ha fatto scalpore in tutto il mondo. Gershkovich, che si è dichiarato non colpevole durante l’udienza in tribunale a Mosca che ha portato alla convalida del suo arresto, rischia una condanna a 20 anni di reclusione secondo la legge russa.

Gershkovich, nato nel 1991, è un corrispondente dell’ufficio di Mosca del Wall Street Journal e da anni copre la Russia e le repubbliche dell’ex Unione Sovietica per una serie di testate.

Nel suo curriculum, si annoverano anche incarichi presso il Moscow Times, l’agenzia France-Presse e il New York Times. La produzione del giornalista USA per il WSJ è iniziata a febbraio 2022, poco prima dell’invasione russa in Ucraina e poco prima dell’inizio della guerra.

L’arresto di Gershkovich è stato condannato dal Wall Street Journal, che ha dichiarato di essere “profondamente preoccupato per la situazione” e di “lavorare per garantire che il nostro corrispondente abbia un accesso legale e medico adeguato”. Anche il Dipartimento di Stato americano ha espresso la sua preoccupazione, affermando che “gli Stati Uniti stanno seguendo il caso da vicino e si aspettano che Gershkovich venga trattato equamente e in conformità con le norme internazionali”.

Giornalista Usa arrestato: il precedente

Il caso precedente risale al 1986, quando il capo dell’ufficio di corrispondenza di Mosca di News and World Report, Nick Daniloff, venne arrestato con l’accusa di spionaggio e detenuto alla prigione Lefortovo di Mosca. Secondo le autorità sovietiche, Daniloff indossava documenti sovietici classificati. L’arresto avvenne qualche giorno dopo quello di una presunta spia sovietica negli Stati Uniti, Gennadi Zakharov della missione sovietica al Palazzo di Vetro. Entrambi furono scarcerati il ​​12 settembre e autorizzati a rimanere nelle rispettive ambasciate in attesa del processo.

La libertà di stampa in Russia

La libertà di stampa in Russia è sempre stata al centro delle preoccupazioni della comunità internazionale, con molti giornalisti che lamentano la crescente repressione e il clima di censura nel Paese. L’arresto di Gershkovich rappresenta un ennesimo segnale di allarme per la situazione dei diritti umani e per la libertà di espressione e di informazione nel Paese.

La libertà di stampa in Russia è sempre stata un tema di grande importanza e preoccupazione per la comunità internazionale. Secondo il rapporto sulla libertà di stampa del 2021 di Reporters Without Borders, la Russia si classifica al 150esimo posto rispetto su 180 Paesi analizzati, un calo di due posizioni all’anno precedente. Ancora peggio nella classifica del 2022, dove in fondo alla classifica troviamo la Russia accompagnata da Brasile e Arabia Saudita

La situazione della libertà di stampa in questo Paese è stata influenzata dalla legge sulle “notizie false” del 2019, che ha dato al governo il potere di bloccare contenuti online che considerano falsi o diffamatori. La legge è stata criticata dalle organizzazioni per i diritti umani, che la considera uno strumento per limitare la libertà di espressione e per censurare l’informazione indipendente.

Inoltre, molti giornalisti che si occupano di argomenti scomodi per il governo russo, sono stati oggetto di minacce, intimidazioni e violenze fisiche. Alcuni sono stati costretti a lasciare il Paese o sono stati imprigionati per aver esercitato la loro professione.

Inoltre, le emittenti televisive e le testate giornalistiche in Russia sono spesso controllate da società legate al governo o da oligarchi vicini al presidente Putin. Questo ha creato un clima di autocensura tra i giornalisti, che evitano di riportare notizie che potrebbero metterli in conflitto con il governo o con i potenti oligarchi.

In questo contesto, l’arresto di oggi, del giornalista Usa rappresenta un ulteriore segnale di allarme per la situazione dei diritti umani e della libertà di stampa. Molti si chiedono se si tratti di un attacco alla stampa indipendente o di una mossa del governo russo per intimidire i giornalisti stranieri che cercano di riportare notizie sul conflitto in Ucraina.

Giornalisti a rischio in queste zone calde

I giornalisti che collaborano in zone di conflitto come Iraq, Afghanistan, Israele, e Russia, affrontano rischi sempre maggiori per portare la verità ai loro lettori. Uomini e donne con i loro servizi in diretta ci mostrano la realtà sempre più sconvolgente di questi paesi, ma il loro lavoro è sempre più pericoloso e stressante. Il rischio è reale e viene assunto con consapevolezza da chi sceglie di fare questo lavoro.

Con tutto ciò, queste persone svolgono un ruolo fondamentale nella società, fornendo un’informazione il più possibile completa e precisa, indispensabile per capire il mondo in cui viviamo e per lavorare alla costruzione della pace.

È importante non generalizzare e non considerare tutti i giornalisti come una massa di “contaballe”, poiché ci sono molti giornalisti che in nome della vera informazione hanno dato la vita o rischiano di farlo.

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