Dalle Fiandre alla Calabria: lo Stocco di Mammola

Stocco di Mammola

La Calabria è una terra che, grazie alla sua natura tra i monti e i mari, è in grado di offrire un vasto panorama gastronomico a chi la vive e la visita.

Le cinque province calabresi sono legate tra di loro da una tradizione culinaria che ha origini umili e antichissime.
Le pietanze, che congiungono tutte e cinque le province calabresi, sono poche e differiscono, soprattutto, per la preparazione. Tra i piatti più comuni, vi è lo stoccafisso.

LA STORIA DELLO STOCCAFISSO

Lo stoccafisso o stocco ha una storia antichissima. Nel 1431 il nobile commerciante veneziano Pietro Querino e il suo equipaggio, dal ritorno delle Fiandre, vennero colti di sorpresa da una burrasca. Dopo giorni in mare, la nave si arenò in un arcipelago del Circolo Polare Artico: le isole Lofoten.

Infreddoliti e terminati i viveri, decisero di mettersi alla ricerca di cibo. Trovarono un enorme pesce arenato sugli scogli e decisero di cucinarlo in spiaggia. Il fumo causato dalla cottura del pesce, incuriosì gli abitanti dell’isola di fronte che accorsero per vedere chi c’era su quell’isola abbandonata. Trovati i naufraghi, li portarono nei loro alloggi offrendo ospitalità.
L’equipaggio e il nobile veneziano rimasero con la popolazione fino all’arrivo della primavera: sistemarono la barca e fecero ritorno a Venezia con una grandissima e squisita novità: lo stoccafisso.

Cinquecento anni dopo, nel 1932, alle isole Lofoten venne retto un monumento in ricordo del legame culturale, gastronomico ed etnico tra l’Italia e quelle isole così lontane.

Oggi l’arcipelago norvegese è il più importante produttore di stoccafisso nel mondo e l’Italia è il più grande importatore, attraverso i porti di: Napoli, Ancona, Vicenza e la Liguria.

LO STOCCO DI MAMMOLA

Lo Stocco di Mammola è un piatto di origine calabrese. Di origini umili, veniva consumato soprattutto dai poveri. In particolare, i contadini lo consumavano e lo offrivano ai braccianti durante i lavori più faticosi che venivano svolti in campagna.

Tradizionalmente lo stocco viene consumato durante i periodi natalizi e viene anche regalato per uso e consumo personale. Questo è un retaggio proveniente dall’usanza che avevano molti migranti, i quali dal ritorno delle ferie, portavano in dono lo stocco.

A oggi, lo Stocco di Mammola è un vero e proprio simbolo di orgoglio del borgo dell’Aspromonte, in provincia di Reggio Calabria. Per questo motivo l’amministrazione comunale di Mammola ha riconosciuto al prodotto la De.Co., Denominazione Comunale di Origine. Inoltre, il Ministero per le politiche agricole lo ha incluso tra i prodotti tipici Agro-Alimentari Tradizionali.

stocco di Mammola in lavorazione
stocco di Mammola in lavorazione

Lo Stocco è importato dalla Norvegia e viene lavorato dalle varie aziende presenti sul territorio calabro. La lavorazione dura giorni, viene divisa per fasi e che richiede un alto livello di capacità artigianale.

La città di Mammola festeggia il suo prodotto con la sagra tradizionale dello stoccafisso, che si svolge, tutti gli anni,  in agosto nel borgo antico di Mammola. Questa festa attira centinaia di turisti e curiosi i quali sono pronti ad acquistare il prodotto o ad assaporalo nel rispetto della tradizione, nei vari esercizi di ristorazione locali.

RICETTA PER 4 PERSONE:

1 kg di “Stocco di Mammola” spugnato a pezzi
1 kg di patate
1 cipolla rossa
4 peperoni essiccati
1 kg di pomodori pelati
olio EVO q.b.
Olive in salamoia q.b.

PREPARAZIONE

In un tegame di terracotta fate soffriggere nell’olio la cipolla affettata. Mettete poi i pelati e fate cuocere a fuoco lento per circa 5 minuti. Salate e aggiungete le patate a spicchi e dopo pochi minuti lo stocco a pezzi insieme alle olive e peperoni. Lasciare cuocere a fuoco lentissimo senza mescolare ma agitando l’intero tegame, per 20 minuti. Spegnere il fuoco e dopo aver fatto riposare per qualche minuto servire. A piacere si possono aggiungere con lo stocco le ventresche (trippiceji) del pescestocco.