Arrestati i vertici del clan ‘ndranghetistico per estorsione a Roccabernarda

Roccabernarda (KR), arresto Carabinieri Crotone
Roccabernarda (KR), Carabinieri

Duro colpo al clan: arrestati i responsabili di estorsioni e danneggiamenti

Nella cittadina di Roccabernarda, situata nella provincia di Crotone, una significativa operazione delle forze dell’ordine ha portato all’arresto di tre individui legati al sodalizio ‘ndranghetistico attivo nella zona e nei comuni limitrofi. L’azione è stata condotta dai Carabinieri della Compagnia di Petilia Policastro (KR) e dal personale della Sezione di Polizia Giudiziaria della Procura della Repubblica di Catanzaro.

L’Ordinanza di Custodia Cautelare in Carcere è stata emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Catanzaro, su richiesta della Procura, nei confronti di tre persone, tra cui il reggente del suddetto sodalizio, già condannato in via definitiva per associazione di stampo mafioso e attualmente sottoposto al regime detentivo speciale previsto dall’art. 41 bis dell’Ordinamento Penitenziario.

I reati contestati ai tre individui sono di grave portata e includono estorsione, danneggiamento e turbata libertà nella scelta del contraente, tutti aggravati dal cosiddetto “metodo mafioso”. Il provvedimento giudiziario è stato eseguito nel corso della mattinata odierna.

Nel corso delle indagini, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro e proseguitesi dopo l’operazione di polizia denominata “TRIGARIUM” nel luglio del 2018, sono emersi dettagli sconcertanti. Gli inquirenti hanno documentato affidamenti ripetuti da parte del Comune di Roccabernarda, dal 2009 al 2017, di oltre cento appalti per lavori elettrici, del valore complessivo di 172.235,00 Euro, a una ditta del luogo riconducibile al suddetto sodalizio. Questo individuo avrebbe ottenuto, di fatto, il monopolio di tali interventi manutentivi.

Altri episodi gravi includono danneggiamenti a privati cittadini che avevano scelto di affidarsi ad altre società per lavori elettrici. Un docente di Santa Severina, ad esempio, è stato vittima di intimidazioni, con il taglio di 103 piante di ulivo, a seguito del rifiuto di pagare il “pizzo” al capo del clan per la costruzione di un oleificio.

Nel corso dell’operazione, è stata eseguita anche la Misura Patrimoniale del Sequestro Preventivo di 157.037,57 euro nei confronti di uno degli indagati, titolare di una ditta di lavori elettrici locale. I conti correnti aziendali e il denaro a sua disposizione sono stati sequestrati fino al raggiungimento dell’importo stabilito.

Le indagini, che si sono svolte tra novembre 2018 e agosto 2020, hanno coinvolto attività di captazione tecnica, servizi di osservazione, controllo e pedinamento, nonché numerose acquisizioni documentali e l’analisi delle dichiarazioni di persone offese e collaboratori di giustizia.

La polizia giudiziaria, durante l’esecuzione delle misure, ha effettuato perquisizioni personali e domiciliari. Va sottolineato che il procedimento è ancora in fase di indagine e che la ricostruzione fornita finora è limitata al profilo cautelare, consentendo ai soggetti coinvolti di presentare elementi a loro discarico nel contraddittorio delle parti.