Perché Pitagora voleva che i suoi studenti stessero digiuni?

digiuno, piatto vuoto
digiuno, piatto vuoto

Le conoscenze attuali rafforzano sempre più quello che empiricamente Pitagora aveva intuito tanti anni prima dell’avvento di Cristo. Il grande maestro pretendeva che i suoi studenti lo ascoltassero senza aver mangiato. Ma perché voleva che i suoi allievi dovessero studiare a digiuno? Era solo rigore oppure supponeva qualcos’altro?

Proprio perché il filosofo e matematico greco antico aveva capito la forza che può avere la mente in certi momenti, infatti l’ attenzione e le capacità cognitive si sviluppano proprio con la pancia vuota.
La storia e la filosofia hanno ragioni antiche e tanto attuali, al contrario la logica del marketing impone 3 pasti al giorno: colazione, pranzo e cena, invece il maestro che fondò a Crotone una delle più importanti scuole di pensiero di tutto il mondo sosteneva il contrario.
La scienza ci vuole digiuni per meglio concentrare l’ alimentazione di alcune ore della giornata, lasciando dell’altro tempo per fare ciò che ci piace, invece di mangiare.
Ma chi ha ragione? Sempre più spesso si continua ad interessarsi all’argomento, che è diventato oramai di dominio pubblico per gli effetti benefici e le capacità ormai non più nascoste che è capace di regalare il digiuno.
E’ risaputo che saltare la cena saltuariamente ha un grande beneficio sulla nostra salute, ricordiamo che stiamo parlando di una pratica non adatta a tutti. Andare a letto senza cena più che una punizione è un toccasana per la salute generale.
Come aveva fatto Pitagora a capire tutto questo? Perché praticavano il digiuno per purificarsi, la purificazione oltre al corpo riguardava l’anima.

Pitagora e l’astensione dalle fave

Sembra una cosa assurda ai tempi nostri eppure vi era il divieto assoluto di mangiare fave. Un legume ottimo davvero, attualmente non si capisce il motivo, eppure esistono differenti opinioni in merito. La più accreditata narra che a Crotone c’erano molte persone che soffrivano di favismo, quindi erano normale avere effetti avversi dopo aver consumato il prezioso legume.