Lo Scoiattolo Nero e il suo ecosistema in Calabria

Scoiattolo Nero
Scoiattolo Nero

Lo Scoiattolo Nero: un simbolo di biodiversità e identità regionale che richiede azioni di conservazione sostenibile

Nel cuore delle lussureggianti foreste della Calabria, si cela un affascinante segreto della natura: lo Scoiattolo Nero (Sciurus meridionalis). Questa creatura affascinante è un tesoro endemico della regione, caratterizzata da una colorazione unica che lo distingue dai suoi parenti rossi. In questo articolo, esploreremo le peculiarità di questa specie, la sua storia e il suo stile di vita.

Fino al 2017, lo Scoiattolo Nero era considerato una sottospecie dello Scoiattolo Rosso europeo. Tuttavia, grazie alle ricerche e agli studi condotti, è stato finalmente riconosciuto come una specie a sé stante. Il marchese Armando Lucifero, pioniere nella descrizione di questa specie, ritenne già nel 1907 che le caratteristiche morfologiche dello Scoiattolo Nero della Calabria fossero così uniche da giustificare la sua classificazione come Sciurus meridionalis, distinto dallo Scoiattolo Rosso comune europeo (Sciurus vulgaris).

Una delle prime cose che colpiscono quando si osserva lo Scoiattolo Nero è la sua dimensione imponente, con un peso che supera di oltre il 35% quello dello Scoiattolo Rosso. La mandibola, la grandezza e la lunghezza del cranio sono altrettanto più imponenti. Inoltre, il DNA dello Sciurus meridionalis presenta sequenze genetiche uniche che lo separano nettamente dallo Scoiattolo Rosso europeo.

Lo Scoiattolo Nero ha scelto la Calabria come sua dimora, popolando praticamente tutti i boschi della regione. Tuttavia, predilige le zone centrali e meridionali della regione, come la Sila, l’Aspromonte, le Serre Calabresi e l’Appennino Paolano (Catena Costiera). Lo si può trovare meno frequentemente nelle foreste dei Monti dell’Orsomarso e del Massiccio del Pollino.

La dieta dello Scoiattolo Nero è principalmente vegetariana, composta da gemme, germogli, erbe, noci e nocciole. Tuttavia, può variare la sua alimentazione integrandola con piccoli animali, uova, funghi e insetti. Questa flessibilità alimentare lo aiuta a sopravvivere nelle mutevoli condizioni dell’ambiente calabrese.

Inoltre, nel dialetto calabrese, questa affascinante creatura è chiamata “sguiattulu,” un nome che riflette la sua importanza culturale nella regione.

In conclusione, è una testimonianza della diversità e della bellezza della fauna calabrese. La sua elevazione a specie autonoma e le sue peculiari caratteristiche lo rendono un soggetto di grande interesse per gli studiosi della biodiversità e per gli amanti della natura. Proteggere il suo habitat e garantire la sua sopravvivenza è un compito importante per preservare questa specie unica e affascinante.