Fra leggende di difesa e tenacia storica: un viaggio tra i due Mari e un paesaggio scosso da eventi straordinari
Jacurso sorge sulla piana di Lamezia Terme, regalando una visuale spettacolare sul paesaggio circostante nel catanzarese. La sua posizione in collina, tatticamente strategica, offre una vista privilegiata, permettendo agli occhi di abbracciare contemporaneamente entrambe le coste calabresi, sia quelle del mar Ionio che del mar Tirreno. Jacurso si trova esattamente al centro del punto più stretto della Calabria, una striscia di terra lunga circa 30 chilometri che separa i due mari.
Estendendosi nella parte centrale della provincia, confina con quella di Vibo Valentia sul versante tirrenico, situato tra le valli dei torrenti Pilla e Rodia, alle pendici del monte Contessa, e nei pressi della piana di Sant’Eufemia. Le sue origini risalgono probabilmente al XV secolo, quando si sviluppò da un villaggio di pastori e contadini. Come il Casale di Maida, Jacurso ha condiviso una storia di cambiamenti di proprietà, passando dai Caracciolo, conti di Nicastro, ai Di Palma e ai Carafa di Nocera, e infine ai Loffredo e ai Ruffo di Bagnara come ultimi feudatari.
Il territorio di Jacurso è stato colpito da vari eventi sismici nel corso dei secoli, inclusa una scossa di terremoto nel marzo del 1638 che causò il crollo di numerose abitazioni e gravi danni a importanti edifici. Altre scosse importanti nel 1783 e nel 1908 hanno ulteriormente afflitto la regione, causando distruzioni anche alla Chiesa parrocchiale. Nonostante tali avversità, Jacurso ha continuato a custodire la propria storia e il suo paesaggio, avvolgendosi nel fascino di antiche leggende che spesso si intrecciano con eventi straordinari, testimonianze del carattere, dell’identità e del senso di appartenenza e custodia dei propri luoghi.
Tra Jacurso e il territorio limitrofo di Maida, si racconta la leggenda di un piccolo “giardino” a Jardiniaju, popolato da numerosi alberi. Secondo la leggenda, durante l’assedio francese, gli alberi avrebbero preso vita per difendere il paese, trasformando i loro rami in elmi e corazze e allungando i tronchi per ottenere gambe da combattimento. Accanto a loro, si dice sia apparsa la figura di un uomo a dorso nudo e di una donna che li ristorava con acqua. Spaventati, i nemici si ritirarono, raccontando di quell’esercito di alberi e delle figure misteriose che avevano difeso Jacurso.
Si ritiene che l’uomo della leggenda rappresenti San Sebastiano, il santo a cui è dedicata la Chiesa parrocchiale di Jacurso. La donna che dava da bere agli alberi sarebbe invece la Madonna della Salvazione, venerata nel Santuario di Jacurso. Sebbene sia una leggenda, la storia viene tramandata con entusiasmo, per conservare e condividere l’essenza del sentimento e della storia di questa comunità locale.