Scoperte archeologiche a San Lorenzo Bellizzi: la storia segreta della Calabria

I resti del cosiddetto “Uomo della Pietra Sant’Angelo
I resti del cosiddetto “Uomo della Pietra Sant’Angelo"

Le straordinarie scoperte archeologiche che illuminano la storia della Calabria e del sud Italia nel neolitico antico

San Lorenzo Bellizzi, un piccolo comune nella splendida regione della Calabria, ha recentemente fatto una scoperta epocale che sta riscrivendo la storia non solo della Calabria stessa, ma di tutto il Meridione italiano. Questo straordinario sviluppo è emerso dai risultati di uno studio condotto dal Laboratorio del DNA Antico dell’Università di Bologna, i cui risultati sono stati pubblicati di recente sulla prestigiosa rivista Scientific Reports. Questo studio ha permesso di ricostruire il profilo bioarcheologico di un individuo sepolto nella Grotta di Pietra Sant’Angelo a San Lorenzo Bellizzi, un ritrovamento avvenuto durante la campagna di scavi del 2017.

Ciò che ha reso queste scoperte così significative è la possibile esistenza di un “corridoio mediterraneo preferenziale” che ha permesso agli abitanti del Neolitico di colonizzare il Sud Italia in modi diversi rispetto all’Europa centrale e settentrionale. Questa teoria, basata sulle analisi del DNA e dei reperti trovati nella Grotta di Pietra Sant’Angelo, ha rivelato un nuovo capitolo nella storia della migrazione umana.

Tutte queste importanti scoperte sono state discusse in dettaglio durante l’evento intitolato “Da Ötzi all’Uomo della Pietra Sant’Angelo: La Preistoria dell’Italia Scritta nel Nostro DNA”. Questo evento è stato organizzato dall’Amministrazione Comunale di San Lorenzo Bellizzi per presentare la nuova campagna di scavi, che continuerà a focalizzarsi sulla Grotta di Pietra Sant’Angelo e altre cavità nel massiccio omonimo.

Durante l’evento, dopo i saluti del Sindaco Antonio Cersosimo, illustri esperti hanno condiviso le loro conoscenze. Paola Aurino, Soprintendente Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la Provincia di Cosenza, Mariangela Barbato, funzionario archeologo della medesima Soprintendenza per il territorio di San Lorenzo Bellizzi, Felice Larocca, uno dei codirettori degli scavi, Antonella Minelli, l’altra codirettrice degli scavi, Donata Luiselli e Francesco Fontani del Laboratorio di DNA Antico dell’Università di Bologna, responsabili degli studi effettuati sui ritrovamenti.

L’Amministrazione Comunale di San Lorenzo Bellizzi ha dimostrato fin dall’inizio una profonda fiducia nell’importanza di investire fondi comunali nella campagna di scavi. Questa fiducia è stata ampiamente ripagata quando, pochi giorni dopo l’inizio della campagna archeologica nel 2019, sono stati scoperti i resti scheletrici, tra cui punte di frecce in selce e resti di vasellame, che sono ora al centro dello studio. Questi resti appartengono a un individuo inumato in una fossa poco profonda con il corpo rannicchiato e il volto rivolto verso il terreno, senza alcun corredo funerario. La datazione al Carbonio-14 suggerisce che questo individuo vissuto nel periodo del Neolitico Medio, circa 7000 anni fa.

Lo studio condotto sul DNA della popolazione di San Lorenzo Bellizzi e sui ritrovamenti nella Grotta di Pietra Sant’Angelo ha rivelato dati sorprendenti. L’analisi del DNA antico dei resti ha dimostrato una forte affinità genetica con i primi agricoltori europei che sono arrivati in Europa circa 8000 anni fa, in particolare con popolazioni provenienti dal Peloponneso e dall’Anatolia. Questo indica che la storia del popolamento del Sud Italia potrebbe essere stata diversa da quella dell’Europa centrale.

Mentre il futuro dell’attività archeologica a San Lorenzo Bellizzi rimane incerto, ciò che è certo è che questa comunità ha dimostrato una visione lungimirante nel mettere in luce la sua storia millenaria. Investire nella ricerca archeologica ha posto San Lorenzo Bellizzi sotto i riflettori internazionali, aprendo la strada a nuove dinamiche turistiche legate all’archeologia e dimostrando l’importanza di valorizzare il patrimonio storico di questa affascinante regione.

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