Zangarona (CZ): tra mito e realtà, alla scoperta di un antico borgo Arbëreshë

Zangarona
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Il fascino di Zangarona: dalle grotte delle fate al mistero dell’anello smarrito

Nelle vicinanze della città di Lamezia Terme, si erge il pittoresco borgo di Xingarona, noto anche come Zangarona. Questo incantevole centro custodisce una delle testimonianze più antiche dell’eredità arbëreshë nella provincia di Catanzaro. Il suo nome affonda le radici nell’antica lingua albanese, suggerendo il significato di “Gran corona”, rappresentando così la sua posizione di piccola gemma satellite rispetto all’imponente centro urbano.

Non mancano ipotesi alternative riguardo all’origine del nome Zangarona. Alcuni studiosi lo collegano al termine “zingaro”, che storicamente veniva usato per identificare popolazioni nomadi. Questa teoria aggiunge un tocco di mistero all’etimologia del nome, lasciando spazio a molteplici interpretazioni.

La storia di Zangarona è intrisa di fascino e mito. Attraverso i secoli, questa comunità ospitò anche una minoranza ebraica, che contribuì alla variegata trama culturale della regione. Tuttavia, uno dei racconti più affascinanti legati a Zangarona riguarda una serie di grotte presenti nell’area, che in passato ospitavano blocchi di marmo di pregevole qualità.

Secondo le parole del padre Giovanni Fiore, che ha tracciato un ritratto della regione in “Della Calabria Illustrata”, Zangarona è descritta come una località di modesta dimensione, con una popolazione di circa 100 famiglie. Tuttavia, il suo prestigio è legato alla presenza di marmo verde mischio, un materiale di grande pregio che veniva utilizzato per abbellire gli edifici della città di Nicastro, con la quale Zangarona condivideva uno stretto legame sotto l’autorità dei Principi di Castiglione.

Una leggenda popolare intrecciata con la storia locale narra di grotte nascoste nelle profondità di Zangarona, che una volta avrebbero ospitato belle fate. Si dice che ogni giorno, a mezzogiorno in punto, queste affascinanti creature emergessero per intrattenere la popolazione con canti e danze incantevoli. Le fate erano considerate non come entità mitologiche, ma come presenze reali e vicine, tanto che nei festeggiamenti e nelle celebrazioni veniva riservato un posto appositamente per accoglierle.

La leggenda si intreccia con il destino di un anello smarrito da una delle fate. L’anello fu scoperto da un umile contadino che, invece di restituirlo, decise di donarlo alla sua amata sposa. Il giorno delle loro nozze, il contadino mancò di riservare un posto per le fate nella celebrazione, attirando così la loro ira. Una maledizione fu scagliata sull’anello e sul suo possessore, una maledizione destinata a perdurare finché l’anello non fosse stato restituito alle sue legittime detentrici.

Così, Zangarona continua a vivere tra la sua storia reale e le leggende affascinanti che la circondano. Un luogo che ricorda come la realtà e il mito possano coesistere e intrecciarsi, dando vita a un’atmosfera unica e carica di suggestioni, in cui ogni angolo può nascondere una sorprendente storia da raccontare.