Caldo torrido in Calabria: ustioni nei campi, frutta e verdura in fiamme

Calabria: caldo e fuoco nei campi
Calabria: caldo e fuoco nei campi

Raccolti bruciati e perdite millenarie: la lotta degli agricoltori calabresi contro il caldo

L’ondata di caldo torrido sta devastando le coltivazioni di frutta e verdura in Calabria, causando danni ingenti alle aziende agricole. Coldiretti, l’associazione degli agricoltori, ha lanciato l’allarme riguardo alle ustioni provocate dal caldo e alla perdita del raccolto, coinvolgendo peperoni, angurie, pomodori, melanzane e bergamotto. Le aziende agricole che avevano assicurato le loro produzioni hanno già presentato richiesta di risarcimento al Consorzio di Difesa dalle calamità.

La situazione è particolarmente critica per le olive, poiché aumenta la cascola degli alberi in un’annata già resa difficile da altri eventi estremi. L’afa sta colpendo anche gli allevamenti, rendendo tutto ancora più complicato per gli agricoltori che cercano di proteggere le proprie coltivazioni.

Coldiretti sottolinea che le scottature da caldo stanno causando danni irreversibili alla frutta e alla verdura, rendendole invendibili. In un tentativo di salvare almeno parte della produzione, gli agricoltori stanno cercando di anticipare il raccolto quando possibile o diradare i frutti sugli alberi eliminando quelli che non sopravviveranno.

Nel crotonese, la situazione è particolarmente grave, dove il caldo torrido ha devastato angurie, peperoni e pomodori, ma anche in altre aree della regione si verificano situazioni analoghe. Gli agricoltori, con grande responsabilità, sono costretti a sospendere le operazioni agronomiche e di raccolta durante le ore più calde della giornata per preservare la salute dei lavoratori, e il lavoro nelle serre è diventato impossibile.

Un ulteriore problema che affligge le campagne calabresi è la presenza incontrollata dei cinghiali, che arrecano ulteriori danni alle coltivazioni. Purtroppo, l’azione dei selecontrollori sembra essere insufficiente, e ciò accade proprio nel periodo in cui la Calabria sta affrontando la peste suina tra questi animali selvatici. I cinghiali scavano persino sotto le piante arboree, causandone la morte, e possono essere veicolo di malattie per gli animali domestici, rendendo la situazione ancora più drammatica.

Davanti a questa serie di calamità che stanno colpendo l’agricoltura calabrese, Coldiretti ha sollecitato il Dipartimento Regionale Agricoltura a valutare l’attivazione delle procedure per riconoscere lo stato di calamità. Questo permetterebbe di ottenere un aiuto concreto attraverso la riduzione dei contributi previdenziali per le imprese agricole e i loro lavoratori, in modo da affrontare gli ingenti danni subiti.

La situazione richiede azioni immediate e un supporto adeguato per gli agricoltori, che stanno facendo del loro meglio per far fronte a questa serie di sfortune che minacciano la sostenibilità dell’agricoltura in Calabria.

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