Si è spenta a Roma pochi giorni fa, all’età di 51 anni, esattamente il dieci agosto, Michela Murgia poliedrica donna di cultura di origine sarda. Michela era scrittrice, drammaturga, opinionista, blogger e critica letteraria. L’artista calcava le scene culturali italiane dal 2006 quando esordì con il libro tragicomico Il mondo deve sapere. Gli anni che seguirono furono costellati da una serie infinita di impegni letterari, televisivi e teatrali. La poliedrica Michela si è distinta anche per l’impegno politico e per quello sociale, per le sue scelte personali e soprattutto per la lotta con la malattia. La scrittrice è morta per un cancro ai reni al quarto stadio, ma la morte prima di portarsi via la donna di cultura ha dovuto lottare parecchio. Attiva, combattiva, Michela ha sposato gli ultimi giorni di vita il suo compagno Lorenzo Terenzi ed ha avuto accanto i quattro figli adottivi che vivevano con lei da parecchi anni. Di formazione cattolica Murgia era molto legata alla sua terra, la Sardegna. Terra che ha sempre omaggiato in svariati modi, con libri, blogger e visite personali nei momenti liberi di impegni. Emblematico il romanzo Accabadora tradotto in molte lingue e vincitore dei premi Campiello, Dessi e SuperMondello. Con la scomparsa della combattiva, poliedrica e umana Michela Murgia, il mondo culturale italiano ha perso un asse portante, una colonna di struttura che fortunatamente rivive ancora nelle persone che ha amato e nelle opere che ha lasciato.
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