Sequestrata azienda di smaltimento a Seminara: due denunce

carabinieri, sequestrata azienda di smaltimento
carabinieri, sequestrata azienda di smaltimento

Sequestrata azienda di smaltimento a Seminara: 70 tonnellate di rifiuti organici accumulate e rivendute come compost, denunciati i titolari per deposito incontrollato e combustione illecita

SEMINARA (RC), 5 SET 2025 – I Carabinieri hanno sequestato un’azienda di smaltimento rifiuti nel comune di Seminara, accusata di gestire in maniera illecita materiali organici destinati alla produzione di compost. I due titolari sono stati denunciati con l’ipotesi di deposito incontrollato e combustione illecita di rifiuti.

L’indagine è partita dalle numerose segnalazioni di cittadini della Piana di Gioia Tauro, che da tempo lamentavano odori nauseabondi, fumi e aria irrespirabile, soprattutto nelle giornate ventose. Gli accertamenti dei Carabinieri della Stazione di Gioia Tauro, supportati dal Nucleo Operativo Ecologico di Reggio Calabria, hanno portato alla scoperta di circa 70 tonnellate di materiale organico non correttamente trattato.

Secondo quanto emerso, l’azienda avrebbe stoccato i rifiuti in cumuli senza rispettare le procedure previste per la fermentazione e la trasformazione in compost, rivendendo poi il prodotto agli agricoltori come fertilizzante naturale. In realtà, il materiale era ancora in fase di decomposizione: un composto instabile, maleodorante e potenzialmente nocivo.

Le verifiche hanno inoltre documentato episodi di combustione illecita di rifiuti organici, con la conseguente emissione di sostanze tossiche in atmosfera e contaminazione del suolo. Una condotta che, oltre a configurare reati ambientali, mette a rischio la salute pubblica, la qualità delle colture e la sicurezza alimentare.

L’intera area aziendale è stata posta sotto sequestro. All’interno, i militari hanno rinvenuto cumuli di rifiuti in vari stadi di decomposizione e resti di roghi. Per contenere le esalazioni è stato necessario un intervento di bonifica, condotto insieme ai Vigili del Fuoco e durato oltre una settimana.

Sono ora in corso accertamenti tecnici per valutare l’impatto ambientale e tracciare la rete di distribuzione del materiale irregolare.

Si ricorda che il procedimento penale è ancora in corso e che, come stabilito dalla Costituzione, gli indagati devono essere considerati innocenti fino a eventuale condanna definitiva.